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Cancro, fine vicina? Non proprio ma grandi progressi nelle cure, Camillo Porta: sarà come il diabete

Cancro, la sua sconfitta è vicina, ha annunciato il professor Roberto Burioni in televisione qualche mese fa.  Quando gli ho chiesto lumi mi ha indicato il professor Camillo Porta come lo studioso, il ricercatore, il medico e il chirurgo che ne sa di più anche in campo pratico.

Il professor Porta ha la cattedra di Oncologia nel Dipartimento Interdisciplinare di Medicina dell’Università degli Studi di Bari ed è a capo della Divisione di Oncologia Medica al Policlinico Consorziale di Bari. Quanto mai utile quindi intervistarlo.

– Professor Porta, sta per essere battuto il cancro in generale o i tipi di cancro più diffusi?

Dobbiamo capirci su cosa si intende per essere sul punto di battere il cancro.

Non vuol dire che il cancro non ucciderà ancora, vuol dire che siamo al punto in cui il cancro diventerà come tante malattie croniche, come il diabete. 

Ancora oggi, di diabete si muore, e qualche volta anche male, ma nella media si muore dopo decenni di malattia. 

Ecco, questo sta per diventare il cancro, una malattia ancora temibile e mortale, ma che potrà essere gestita per molto, molto, tempo, tra alti e bassi, consentendo a chi ne soffre di vivere una vita molto simile a quella di un soggetto sano.

– Se sta per essere battuto il cancro in generale le chiedo come? Con un vaccino? Con cure nuove? Se sì, quali?

Non c’è e non ci sarà mai un’unica cura per il cancro. L’obiettivo che ho delineato sopra potrà essere raggiunto grazie ad una miglior conoscenza di ciò che può indurre il cancro (il fumo in primis) e quindi alla prevenzione. 

Oltre che ad un miglioramento delle strategie diagnostiche e terapeutiche. 

Per quanto riguarda le terapie anticancro, i miglioramenti tecnologici stanno già portando a tutta una serie di nuove terapie mirate, a forme estremamente sofisticate di immunoterapia, quali i vaccini antitumorali.

A forme sempre più sofisticate di radioterapia e tutte queste diverse strategie saranno sempre più integrate per raggiungere quel match point al quale fa riferimento Burioni nel suo ultimo libro.

– Se invece o anche stanno per essere battuti in particolare alcuni tipi di cancro, le chiedo quali sono questi tipi, quali organi colpiscono?

Il cancro non è una malattia sola, ma tante diverse malattie, alcune più aggressive, alcune meno. I miglioramenti non saranno per tutti i diversi tipi di cancro, ma anche per le forme peggiori è solo questione di tempo.

– L’arma vincitrice sarà un vaccino o una nuova cura? Quale, a base di cosa?

Come detto prima, la “cura” deriverà dall’integrazione di diverse strategie diagnostiche e terapeutiche, non da una sola specifica terapia.

– La chemio e le radiazioni saranno armi superate o resteranno in campo?

Rimarranno parte del nostro armamentario terapeutico, ma evolveranno. Anzi, stanno già evolvendo verso una maggiore efficacia ed una miglior tollerabilità, anche se i trattamenti oncologici non saranno mai una passeggiata per coloro che dovranno affrontarli.

– A proposito di radiazioni, l’anno scorso ho letto che nel 2024, cioè l’ormai vicino anno prossimo, partirà a Pavia la sperimentazione di una nuova terapia oncologica a base di neutroni: la Boron neutron capture therapy (Bnct). Una terapia sperimentale rivolta a tumori particolarmente aggressivi che sfrutta fasci di neutroni e il Boro-10. Lei cosa ne pensa? Sempre a Pavia, nel 2016 contro i tumori esistevano il trattamento adroterapico e quello di radiochirurgia stereotassica, ritenuti entrambi di avanguardia. In cosa consistono?

Come pavese sono orgoglioso del Centro di Adroterapia Oncologica sorto nella mia città. Ecco, queste forme innovative di radioterapia sono un buon esempio di come l’evoluzione della tecnologia stia portando a trattamenti sempre più mirati, e quindi efficaci e meglio tollerati. 

La radioterapia in generale è divenuta una forma di trattamento sempre più sofisticata ed efficace. Ma si tratta sempre di strategie terapeutiche da integrare con altri trattamenti, per attaccare il cancro su più fronti e prevenire l’insorgere di meccanismi di resistenza.

– Per quali tumori sono più efficaci? 

Al momento, l’adroterapia ha indicazioni molto specifiche ed ancora, in parte, limitate. Non cura tutti i tumori, ma solo alcune forme estremamente resistenti o difficilmente aggredibili con altre forme di terapia. 

Al CNAO di Pavia possono valutare preliminarmente i singoli casi di pazienti oncologici e dare o meno indicazione a tale trattamento. 

Ma anche se non vi fosse tale indicazione, oggi come oggi ci sono quasi sempre alternative percorribili, magari meno innovative, ma non necessariamente meno efficaci.

– A guidare questa guerra contro il cancro che a quanto pare sta per essere vinta ci sono centri e specialisti di quali nazionalità? Anche italiani?

Assolutamente si. L’Italia è in prima linea nella guerra contro il cancro e i ricercatori e i clinici Italiani non hanno nulla da invidiare a quelli di altri paesi, europei ed extra-europei.

– Lei in particolare che ruolo ha in questa guerra? Conduce ricerche? Ha trovato rimedi efficaci? Quali?

Per quanto mi riguarda, negli anni ho contribuito a sviluppare nuovi farmaci per il trattamento delle neoplasie urologiche, e del tumore del rene in particolare e sono molto orgoglioso di vedere come, grazie anche a questi nuovi approcci terapeutici, sviluppati dapprima a Pavia. E ora che a Bari, l’aspettativa di vita dei pazienti affetti da queste neoplasie, anche se metastatiche, sia più che triplicata. Ed il tutto nello spazio di meno di 30 anni.

– Tempo fa ho letto che le carrube, poco apprezzate se non come cibo per i cavalli, hanno proprietà anticancro e si spera di poterne ricavare un vaccino anticancro. Fantascienza?

Francamente, non conosco nello specifico le proprietà delle carrube, ma ci sono tantissime sostanze naturali, derivate da piante, fiori, frutti, spugne, organismi marini, ed altro, che contengono o producono sostanze aventi proprietà antitumorali. 

Le abbiamo sfruttate in passato e lo stiamo facendo ancora adesso, solo in maniera più sofisticata ed efficiente.

– Mi pare che il grosso dei casi di cancro colpisca i polmoni, il fegato e la vescica. E che i principali responsabili per questi tre organi siano il fumo e l’alcool, a partire da quello del semplice vino sulle tavole di ogni giorno. 

Le campagne anti fumo e i divieti di fumare in locali pubblici non aperti hanno portato vantaggi reali, concreti? Perché il ministero della Sanità non lancia campagne periodiche per informare i cittadini? E perché certe cose non vengono insegnate a scuola?

La prima arma che abbiamo per combattere il cancro è la prevenzione; si calcola che 3/4 dei casi di tumore potrebbero essere evitati, non fumando, limitando il consumo di alcolici, mangiando in maniera sana, proteggendosi da sole e sostanze inquinanti, vaccinandosi contro virus potenzialmente cancerogeni e mantenendo un peso adeguato. 

Ovvio che lo Stato potrebbe e dovrebbe fare di più in tal senso.

– Ho notato che negli ospedali spesso il vitto dato ai ricoverati contiene sostanze che per certi tipi di malati e operati andrebbero escluse, come la carne rossa, gli insaccati, i dolci, i latticini, gli stessi caffè. 

E in ogni caso al paziente quando lo si dimette dopo essere stato operato non viene mai prescritta o almeno consigliata una dieta adeguata o specifica per il suo caso. Eppure ormai esistono studi e libri che si occupano di alimentazione anticancro.

L’alimentazione è essenziale nella prevenzione del cancro e troppo poco questo aspetto è comunicato in maniera adeguata.

Non dimentichiamoci tuttavia come il nostro organismo abbia bisogno sia di zuccheri, che di grassi e di proteine, ma nella giusta quantità e nel giusto rapporto. 

Per questo concordo sul fatto che, per lo meno a livello divulgativo, debba essere fatto molto di più.

Non dimentichiamoci infatti come, a parte il cancro, l’alimentazione sia la principale strategia per prevenire le malattie cardiovascolari, ad oggi ancora la prima causa di morte a livello globale.

Pino Nicotri

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