
IL rischio cancro maggiore in tre regioni d'Italia - blitzquotidiano.it
Tre regioni italiane sono a maggior rischio cancro e il motivo è davvero sconvolgente. Ecco dove il pericolo è maggiore.
Esiste il radon, un gas radioattivo naturale che si forma dalla decomposizione di metalli pesanti come l’uranio e il radio, elementi presenti nel suolo e nelle rocce. Questo gas è incolore, insapore e inodore, rendendo la sua rilevazione particolarmente difficile senza strumenti specifici. La sua capacità di accumularsi all’interno di edifici, specialmente in spazi chiusi come scantinati e aree con scarsa ventilazione, lo rende un pericolo silenzioso e un rischio significativo per la salute umana.
È essenziale aumentare la consapevolezza riguardo ai rischi associati al radon, soprattutto il cancro, e promuovere test di rilevazione nelle abitazioni, in particolare in quelle situate in zone geologicamente predisposte. Ben tre regioni in Italia sono particolarmente esposte a questo pericolo: ecco di quali si tratta.
Radon e salute: un rischio sottovalutato
Il radon è riconosciuto come la seconda causa principale di cancro ai polmoni dopo il fumo. L’esposizione prolungata a questo gas è associata a un aumento del rischio di malattie gravi, tra cui l’ictus. Studi recenti pubblicati su Neurology hanno evidenziato che l’esposizione a livelli elevati di radon non solo aumenta il rischio di tumore polmonare, ma è anche correlata a un incremento significativo del rischio di ictus, in particolare tra le donne.
Le donne esposte a concentrazioni elevate di radon hanno un rischio di ictus aumentato del 14% rispetto a quelle con bassa esposizione.Quelle con esposizione media presentano un aumento del 6%. Questi dati suggeriscono che l’impatto del radon sulla salute va ben oltre le malattie respiratorie, estendendosi a problemi cardiovascolari.

Un altro studio ha esaminato una condizione chiamata emopoiesi clonale a potenziale indeterminato, una mutazione genetica che può aumentare il rischio di tumori e malattie cardiovascolari. Anche in questo caso, il campione è stato suddiviso in tre gruppi in base all’esposizione al radon. I risultati hanno mostrato che il 9% delle partecipanti che vivevano in aree con alta concentrazione di radon soffriva di questa condizione. L’8,4% e il 7,7% nelle aree con esposizione media e bassa, rispettivamente.
Le regioni più colpite
Analizzando i dati, emerge che l’incidenza dei tumori attribuibili al radon è la seguente:
- Lazio: 16%
- Lombardia: 15%
- Campania: 13%
- Provincia autonoma di Bolzano e Piemonte: 10%
- Abruzzo, Sardegna, Umbria e Veneto: 9%
- Calabria e Marche: 4%
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sottolinea che la principale fonte di radon negli ambienti chiusi è il suolo, ma anche i materiali da costruzione possono contribuire alla sua presenza. Inoltre, l’acqua proveniente da pozzi può rappresentare un ulteriore veicolo di esposizione al radon. La concentrazione di questo gas all’interno degli edifici varia in base a diversi fattori, tra cui le caratteristiche strutturali degli edifici stessi e l’interazione con il suolo.
In Italia, la situazione è preoccupante: secondo le stime dell’ISS, si registrano circa 3.200 nuovi casi di cancro ai polmoni ogni anno attribuibili all’esposizione al radon. Dati risalenti a indagini condotte tra il 1989 e il 1998 indicano che la concentrazione media nazionale del gas radioattivo è di circa 70 Bq/m³, con una maggiore incidenza nelle regioni del Lazio, Lombardia e Campania.
L’adozione di interventi di mitigazione, come l’adeguata ventilazione e l’uso di materiali da costruzione a bassa emissione di radon, può contribuire a ridurre l’esposizione e, di conseguenza, il rischio di malattie gravi. La salute pubblica richiede un approccio proattivo per affrontare questa insidiosa forma di inquinamento ambientale.