L’herpes zoster, comunemente noto come fuoco di Sant’Antonio, è una condizione causata dalla riattivazione del virus varicella-zoster (VZV), lo stesso che provoca la varicella. Mentre molti associano questa malattia prevalentemente con sintomi cutanei e nevralgici, una recente ricerca ha messo in luce un possibile legame tra l’herpes zoster e un aumento del rischio di declino cognitivo. Questo studio, condotto da un team del Brigham and Women’s Hospital di Boston, Massachusetts, ha scoperto che le persone che hanno avuto l’herpes zoster potrebbero essere più suscettibili a un deterioramento delle funzioni cognitive nel tempo.
Secondo lo studio pubblicato su Alzheimer’s Research & Therapy, esiste un aumento del 20% delle probabilità che una persona che ha contratto l’herpes zoster possa sviluppare un declino cognitivo soggettivo (SCD). Questo tipo di declino cognitivo è caratterizzato da una percezione personale di difficoltà cognitive, come problemi di memoria o concentrazione, che potrebbero non essere immediatamente rilevabili tramite test standardizzati.
Questa scoperta è particolarmente preoccupante perché il declino cognitivo soggettivo è spesso considerato un precursore di condizioni più gravi come il lieve deterioramento cognitivo (MCI) e la demenza. Sebbene non tutte le persone con SCD progrediscano verso forme più avanzate di deterioramento cognitivo, lo studio suggerisce che coloro che hanno avuto l’herpes zoster dovrebbero essere monitorati più attentamente per eventuali segni di declino cognitivo.
Secondo la SIGG (Società italiana di Gerontologia e Geriatria), oltre il 95% degli adulti in Europa sono sieropositivi per VZV, dato che la varicella era una malattia comune durante l’infanzia prima dell’introduzione del vaccino. Questo significa che una vasta porzione della popolazione è a rischio di sviluppare l’herpes zoster, e potenzialmente, di subire gli effetti cognitivi a lungo termine associati a questa malattia.
Il virus VZV rimane latente nel sistema nervoso centrale per anni, a volte per decenni, prima di riattivarsi come herpes zoster. Questa riattivazione può essere scatenata da vari fattori, tra cui l’età avanzata, lo stress, o un sistema immunitario indebolito. L’herpes zoster non è solo una malattia dolorosa; le complicazioni possono essere gravi e includono la nevralgia post-erpetica, una condizione debilitante che può durare mesi o anni dopo la risoluzione dell’eruzione cutanea.
Lo studio ha scoperto che l’herpes zoster non solo influisce sulla pelle e sui nervi periferici, ma potrebbe avere anche un impatto significativo sul cervello. Gli esperti ipotizzano che l’infezione possa causare infiammazione e danni vascolari nel cervello, contribuendo al declino cognitivo. Inoltre, il virus potrebbe indurre un’infiammazione che altera la funzione cerebrovascolare, aumentando il rischio di ictus, che è strettamente collegato a un deterioramento delle funzioni cognitive.
Questa correlazione tra l’herpes zoster e il declino cognitivo è ancora oggetto di studio, ma i dati iniziali sono sufficienti per suggerire che il rischio non dovrebbe essere ignorato. La riattivazione del VZV potrebbe portare a cambiamenti nel cervello che, a lungo termine, potrebbero accelerare il processo di invecchiamento cognitivo.
Una delle scoperte più intriganti dello studio riguarda il gene APOE4, noto per essere associato a un aumento del rischio di malattia di Alzheimer e altre forme di demenza. Gli uomini portatori di questo gene che hanno avuto l’herpes zoster sembrano essere particolarmente vulnerabili al declino cognitivo. Questo suggerisce che ci potrebbe essere una sinergia tra la genetica e l’infezione virale che accelera il deterioramento cognitivo in alcuni individui.
La connessione tra APOE4 e il declino cognitivo è ben documentata, ma questo studio aggiunge una nuova dimensione alla nostra comprensione del rischio. Le differenze di genere nel modo in cui APOE4 influenza il rischio cognitivo potrebbero essere dovute a vari fattori, tra cui differenze ormonali o genetiche che influenzano il modo in cui il cervello risponde a stress come l’infezione da VZV.
Considerando i rischi potenziali associati all’herpes zoster, la prevenzione diventa una strategia essenziale. La vaccinazione contro l’herpes zoster è disponibile e raccomandata per gli adulti di età superiore ai 50 anni, e ora ci sono prove crescenti che questo vaccino potrebbe anche offrire una protezione contro il declino cognitivo.
Diversi studi recenti hanno mostrato una correlazione tra tassi più alti di vaccinazione contro l’herpes zoster e una riduzione dell’incidenza di demenza. Questo suggerisce che il vaccino potrebbe non solo prevenire l’herpes zoster, ma anche ridurre il rischio di complicazioni a lungo termine legate al declino cognitivo.
Oltre alla vaccinazione, è importante che le persone che hanno avuto l’herpes zoster siano consapevoli del loro rischio aumentato di declino cognitivo. Monitorare attentamente i segni di declino cognitivo soggettivo e cercare assistenza medica tempestiva potrebbe aiutare a prevenire la progressione verso condizioni più gravi.
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