Covid BA.2.86. Perché una variante di coronavirus altamente mutata mette in allerta gli scienziati?
I ricercatori devono stabilire se il lignaggio BA.2.86, come è stato definito, ricco di mutazioni, possa trasformarsi in una nuova pandemia globale.
Individuata da poche settimane in diversi laboratori, questa variante è apparsa da subito molto diversa da quelle che circolano, soprattutto perché sta rivelando numerose modifiche alla sua proteina spike che è fondamentale per l’attacco immunitario dell’organismo contro il virus della SARS-CoV-2.
Adam Lauring, virologo e medico infettivologo presso l’Università del Michigan, il cui laboratorio ha identificato una persona infetta da BA.2.86, ha dichiarato come questa ricordi la comparsa della variante Omicron nel 2021 quando fu notata una linea dall’aspetto strano che poi si diffuse rapidamente nel mondo. Oggi però, con i vaccini messi in campo e i richiami successivi contro il COVID-19, ricorda che l’immunità è molto più diffusa e quindi ci sono buone ragioni per pensare che non sarà come l’ondata di Omicron.
Cosa sappiamo di BA.2.86?
Il lignaggio della nuova variante sembra discendere da una sottovariante di Omicron chiamata BA.2, che ha causato grandi picchi di casi all’inizio del 2022, e, in particolare, da una delle infezioni croniche derivate dagli effetti del Covid di lungo periodo.
Perché gli scienziati stanno monitorando BA.2.86?
A differenza delle varianti più diffuse del SARS-CoV-2 che hanno seguito delle rotte di trasmissione abbastanza prevedibili, BA.2.86 è apparsa da subito diversa ed è per questo che la sua comparsa ricorda quella di Omicron e delle prime varianti pandemiche, tra cui Alpha e Delta.
Proprio come Omicron, questa variante non rientra nelle mutazioni conosciute e dunque va monitorata con attenzione.
Da un’analisi preliminare della variante BA.2.86 due sono le caratteristiche importanti.
La prima riguarda la sua proteina spike e i cambiamenti che avvengono nelle regioni prese di mira dai potenti anticorpi del corpo per bloccare l’infezione o neutralizzare il virus. Questo fa supporre che la variante sia in grado di sfuggire ad alcuni degli anticorpi neutralizzanti scatenati da infezioni precedenti e dai richiami del vaccino.
Seconda caratteristica che ha colpito gli scienziati è la sua distribuzione geografica in quanto nessuno dei casi sino ad ora identificati sembrano collegati tra di loro attraverso, per esempio, viaggi di lavoro, turismo o contatti di altro genere.
Questo fa pensare che il virus si sia già diffuso sottotraccia prima di essere intercettato. Sul caso, per esempio, del malato inglese, l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito ha chiarito che la persona in questione non ha recentemente viaggiato fuori dal paese e dunque si parla di trasmissione comunitaria all’interno del Regno Unito.
Cosa stanno cercando di scoprire i ricercatori?
I ricercatori, nei loro laboratori di tutto il mondo, vogliono capire attraverso l’analisi di campioni organici dei malati e delle acque reflue quanto sia diffusa BA.2.86 perché, come chiarisce il Professor Lauring, se i contagi aumentano, sarà un segno che la variante ha il potenziale per competere con altre varianti di SARS-CoV-2 in circolazione e causare un picco globale di infezioni. È fondamentale, dicono gli scienziati, capire quanto la nuova variante sia in grado di eludere gli anticorpi neutralizzanti innescati da precedenti infezioni e vaccini. Se si diffondesse, bisognerebbe probabilmente pensare ad aggiornare il vaccino
Il pubblico deve preoccuparsi del BA.2.86?
Bloom sottolinea come per ora non ci si deve allarmare anche perché esiste la possibilità che questa variante si dissolva a breve. Aggiunge, inoltre, che anche se BA.2.86 si diffondesse perché in grado di eludere gli anticorpi, cosa che sembra probabile, altre forme di immunità probabilmente impediranno alla maggior parte delle persone di ammalarsi gravemente in caso di infezione.
Lauring si dice consapevole che la comparsa di BA.2.86 abbia colto di sorpresa la comunità scientifica e questo dimostra che il SARS-CoV-2 non ha ancora esaurito le sue sorprese. I ricercatori sono comunque anche impegnati a capire il grado di un eventuale impatto sulla salute pubblica al di là della sua capacità di diffusione.
https://www.nature.com/articles/d41586-023-02656-9?utm