Molti che si apprestano a partire per le vacanze potrebbero rischiare di restare a casa: colpa dell’ondata estiva di Covid che non si ferma. La scorsa settimana sono stati registrati 17.006 contagi, circa 3.500 in più rispetto ai 7 giorni precedenti con un aumento del 26%. Crescono anche i ricoveri in area medica che raggiungono le 1.829 unità, il 20% in più rispetto alla settimana scorsa. In crescita anche le positività in terapia intensiva anche se i numeri sono contenuti: sono state 55 rispetto alle 38 di 7 giorni prima. È quanto emerge dal monitoraggio settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute.
“I casi di Covid-19 continuano ad aumentare, anche se si osserva un incremento leggermente inferiore rispetto alle scorse settimane”, dice l’epidemiologo Cesare Cislaghi. “Un aspetto di grande rilievo è che negli ultimi 7 giorni sono aumenti di circa il 20% i ricoveri, che cominciano ad assumere una dimensione importante. Lo stesso vale per le persone positive a Covid, il cui numero è sottostimato, probabilmente di almeno 5 volte“. Anche questa settimana si confermano i trend dell’ultimo periodo: l’incidenza, i tassi di ospedalizzazione e mortalità sono più elevati nelle fasce di età più alte, in particolare negli over 80. L’impatto sul sistema sanitario è però trascurabile: l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3% mentre quella dei posti letto in terapia intensiva è pari allo 0,6%.
“Resta non preoccupante la situazione dei ricoveri negli ospedali, in cui sono presenti soprattutto over 75 che arrivano in pronto soccorso”, afferma il presidente della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) Giovanni Migliore che ribadisce “le raccomandazioni di cautela e protezione nei confronti dei soggetti fragili: evitare luoghi chiusi e, in caso di sintomi, valutare di restare qualche giorno a casa”.
Continua, sul fronte delle varianti l’ascesa, della famiglia KP le cui sotto-varianti sono responsabili ormai di oltre il 70% dei contagi. Cresce in particolare la variante KP.3.1.1 che ha raggiunto il 31,5% delle sequenze analizzate. A questa variante potrebbe essere legato l’aumento dei casi delle ultime settimane, secondo il direttore dell’Uoc di Virologia e dei Laboratori Biosicurezza dell’Inmi “Lazzaro Spallanzani” Irccs Fabrizio Maggi. “KP.3.1.1 mostra una maggiore capacità di trasmissione e una certa resistenza agli anticorpi neutralizzanti, sia quelli derivati da infezioni precedenti che quelli indotti da vaccino”, afferma. Si tratta comunque di “un fenomeno previsto nella traiettoria evolutiva del virus che continua sottotraccia la propria corsa verso il traguardo del definitivo adattamento all’uomo”, continua Maggi.
Dal punto di vista dei sintomi, la nuova variante non desta particolari preoccupazioni: “sono generalmente lievi e simili a quelli di un raffreddore o di una lieve influenza. Infatti, l’immunità ibrida presente nella popolazione e il sempre maggior adattamento del virus all’ospite umano rappresentano fattori importanti nella progressiva attenuazione della sintomatologia”, aggiunge Maggi. Tuttavia, “è sempre importante monitorare i sintomi e, se necessario, consultare un medico, soprattutto nel caso di soggetti anziani con gravi patologie concomitanti o immunocompromessi”, conclude. I medici raccomandano però al Governo di emanare qualche direttiva e qualche consiglio per non contagiarsi in previsione dell’autunno e dell’inevitabile aumento dei casi.
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