Salute

Covid, perchè la variante dominante JN.1 elude gli anticorpi? In una singola mutazione la chiave dell’invisibilità

A determinare il successo della variante JN.1 che lo scorso autunno, in poche settimane, è diventata dominante in tutto il mondo è stata una singola mutazione che le ha consentito di non essere riconosciuta in maniera efficace dal sistema immunitario. Lo hanno scoperto ricercatori della Fondazione Toscana Life Sciences, della Fondazione Biotecnopolo di Siena e dell’ateneo senese in uno studio pubblicato su Science Immunology.

La variante JN.1 è discendente diretta di BA.2.86. Quest’ultima, ribattezzata Pirola, alla sua comparsa – nell’estate del 2023 – aveva suscitato i timori degli esperti. Era portatrice di un numero molto elevato di mutazioni e questa caratteristica l’avrebbe potuta renderla irriconoscibile al sistema immunitario. Non è stato così e Pirola non è mai diventata dominante.

Covid, perchè la variante dominante JN.1 elude gli anticorpi? In una singola mutazione la chiave dell’invisibilità (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Al contrario, pochi mesi dopo, JN.1 con una sola mutazione aggiuntiva rispetto a BA.2.86 si è diffusa rapidamente in tutto il mondo. In test condotti con anticorpi provenienti da persone con immunità da vaccino o ibrida (vaccino e malattia) i ricercatori hanno scoperto che quella singola mutazione (L455S) ha agito come un minuscolo cambiamento in una serratura, impedendo a circa il 70% degli anticorpi neutralizzanti di riconoscere il virus.

“Il virus – scrivono i ricercatori – ha mutato la leucina-455 nella serina (L455S), distruggendo la cavità idrofobica che ospitava” la porzione dell’anticorpo deputato a combatterlo. Intanto la variante JN.1, contro cui sono indirizzati i vaccini di quest’anno, è stata sostituite dalle varianti “figlie” appartenenti alla famiglia KP che stanno mostrando capacità di elusione del sistema immunitario aggiuntive rispetto alla variante madre.

Comprendere meglio questi meccanismi in futuro potrebbe farci trovare meno impreparati di fronte all’emergere di nuove varianti.

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Francesca Ripoli