Contro Covid, varianti e mutazioni, è in arrivo una nuova generazione di vaccini. Non si tratterà solo di aggiornamenti dei vaccini che ci hanno salvato più di 20 milioni di vite in questi ultimi anni di pandemia.
Saranno impiegate nuove tecnologie e basi. Anche perché la versione originale del Covid-19 si è trasformata in tante altre varianti che sono riuscite ad eludere l’immunità dei vaccini. Saranno vaccini capaci di proteggerci anche da altri mali come l’influenza.
Ecco un tentativo di panorama dei vaccini del futuro, a cominciare dagli ultimi aggiornamenti. La fonte è autorevole, la rivista Nature.
Pfizer-BioNTech e Moderna hanno introdotto vaccini detti bivalenti. Si tratta di vaccini a mRNA aggiornati che codificano molecole della proteina spike del virus originale, ovvero quella utilizzata dal SARS-CoV-2 per legarsi alle cellule, e di Omicron.
L’obiettivo dei ricercatori è sviluppare vaccini che offrano una protezione ampia in grado di colpire le future varianti del SARS-CoV-2 e potenzialmente i coronavirus correlati. Ad esempio immunizzare contro alcune regioni della proteina spike, conservate tra le varianti del SARS-CoV-2, e alcune specie di coronavirus affini.
Tra i soggetti interessati, ci sono almeno due equipe all’Università di Washington e al California Institute of Technology (Caltech) che studiano per realizzare quelli che vengono chiamati “vaccini a mosaico”. Questi vaccini, puntando su nanoparticelle con RBD del SARS-CoV-2 e di coronavirus della stessa famiglia (detto sarbecovirus), proteggerebbero contro vari sarbecovirus.
Non sono attesi risultati immediati. I primi studi clinici dovrebbero iniziare nell’arco di due anni.
Alcuni dei nuovi vaccini forniscono anche altre proteine virali con l’obiettivo di generare una risposta immunitaria più diversificata che imiti in modo sicuro la protezione conferita dall’infezione e con la speranza che le nuove varianti della spike vengano in parte neutralizzate.
Infatti i linfociti T, che distruggono le cellule infette, riconoscono altre proteine del SARS-CoV-2. Dunque, sebbene la proteina spike sia al centro del mirino delle cellule B che producono anticorpi, i vaccini che veicolano altre proteine potrebbero aiutare il nostro sistema immunitario a generare anticorpi più forti.
I vaccini a mRNA si sono rivelati importanti strumenti per combattere la pandemia. Questo soprattutto nei paesi sviluppati che hanno venduto il maggior numero di dosi.
I vaccini a RNA autoamplificante (saRNA) costituiscono una versione aggiornata degli originali ed includono anche le istruzioni per un enzima che istruisce le cellule a produrre più copie di spike. Con una dose minore di vaccino, dunque, si potrebbe ottenere una protezione uguale o più forte ed un’eventuale prima dose “più piccola” potrebbe ridurre gli effetti collaterali.
Gli saRNA si apprestano ad essere vaccini più potenti ma potenzialmente anche più economici, consentendo in questo modo una maggiore diffusione tra la popolazione anche in paesi più poveri.
Tra le aziende che vi stanno lavorando, due aziende situate in California: Arcturus Therapeutics e Gritstone bio. La prima ha avviato una sperimentazione di fase III in Giappone dopo averne completata un’altra ad aprile 2022; la seconda, ha portato a termine una sperimentazione di fase I.
Sono diversi i vaccini Covid a base di proteine che sono stati autorizzati in tutto il mondo, anche per i bassi costi e la facilità nell’essere prodotti.
Questi vaccini tendono ad essere costituiti da forme stabilizzate dell’intera proteina spike della SARS-CoV-2 o della sua RBD.
Vaccini di nuova generazione, invece, sono costituiti da proteine che si auto assemblano in una struttura a forma di pallone da calcio costellata di spike o RBD. La disposizione ripetitiva delle molecole virali, che imita il virus, genera una risposta immunitaria particolarmente potente.
Anche in questo caso vari sono gli sviluppatori e soggetti interessati. Oltre alle già citate Caltech ed Università di Washington, che stanno optando per RBD provenienti da tipi diversi di coronavirus, un team guidato da ricercatori del Walter Reed Army Institute of Research di Silver Spring, nel Maryland, sta sperimentando un altro vaccino a nanoparticelle proteiche che utilizza la ferritina. La proteina trasportatrice di ferro si auto-assembla in una particella sferica che poi viene tempestata con la proteina spike della SARS-CoV-2 completa.
Sempre l’Università di Washington si è, inoltre, vista approvare dalle autorità di regolamentazione sudcoreane ad aprile 2022 un altro vaccino a base di nanoparticelle che contiene RBD dalla versione originale del SARS-CoV-2.
Secondo uno studio di fase III il vaccino avrebbe rinforzato di molto la risposta immunitaria rispetto a vaccini virale-vettore sviluppati da AstraZeneca e dall’Università di Oxford che utilizzano un adenovirus di scimpanzé che codifica gli antigeni di punta.
SK biosciences, l’azienda sudcoreana che sviluppa il vaccino, però, ha dovuto sospenderne la produzione per via dei bassi livelli della domanda nel Paese.
Un altro tipo di vaccini sono i vaccini nasali che vengono inalati sotto forma di nebbia attraverso il naso o la bocca oppure come gocce nasali.
Questi vaccini dovrebbero stimolanoììre risposte immunitarie nel punto in cui il virus entra principalmente nell’organismo, cioè naso e bocca. Secondo i dati di alcuni studi sugli animali a conferma di questa ipotesi, essi dovrebbero riuscire a fermarlo prima che si diffonda.
Cina, India, Iran e Russia hanno già approvato cinque tipi di vaccini nasali.
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