L’Italia si trova di fronte al rischio di un sistema sanitario diviso in base al censo economico, dove coloro che dispongono di risorse finanziarie possono accedere facilmente alle cure, mentre chi ha un reddito più basso rischia di non poter ricevere le cure necessarie. Attualmente, il 42% dei cittadini meno abbienti è costretto a rinunciare alle cure, poiché non può permettersi quelle offerte dal sistema pubblico e non ha i mezzi per rivolgersi alla sanità privata.
Il 21° Rapporto ‘Ospedali e salute’, redatto da Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e Censis, lancia un segnale di allarme, evidenziando che anche le fasce più svantaggiate sono spinte verso il privato a causa delle lunghe liste d’attesa nel sistema pubblico, provocando un ulteriore impoverimento di queste categorie. Secondo un sondaggio condotto su 2.000 cittadini, il 47,7% degli utenti ha una percezione positiva del Servizio sanitario regionale (Ssr), mentre il 22,4% lo giudica ‘insufficiente’. Le lunghe liste d’attesa rappresentano uno dei principali problemi, tanto che nel corso dell’ultimo anno il 16,3% delle persone ha dovuto rivolgersi a un’altra regione per ricevere cure, a causa delle lunghe attese nella propria regione di residenza. Il 34,9% di coloro che rinunciano alle cure opta per la sanità privata, mentre il 36,9% degli italiani rinuncia ad altre spese per poter sostenere quelle sanitarie.
Il ministro della salute Orazio Schillaci ha commentato questi dati definendoli “intollerabili” e ha sottolineato l’importanza di recuperare la fiducia nel Servizio sanitario nazionale (Ssn). Ha annunciato l’implementazione di un piano per ridurre le liste d’attesa e ha assicurato che entro l’anno verrà superato il tetto di spesa sulle assunzioni di personale sanitario. Il segretario generale del Censis Giorgio De Rita ha richiesto un intervento rapido, considerando che le tensioni sociali stanno aumentando. La presidente di Aiop Barbara Cittadini ha invece sottolineato i segnali positivi presenti nella recente legge di Bilancio, che prevede risorse aggiuntive per ridurre le liste d’attesa e la possibilità di acquistare prestazioni sanitarie dal privato.