“Un problema di natura esclusivamente culturale”, come “culturale”, che c’entra la cultura, alla grossa il sapere, con l’oggettiva scarsa disponibilità di alcuni farmaci appunto in farmacia? Vai a comprare anti infiammatorio o antipiretico e ti dicono, ad esempio, che Brufen o Tachpirina non ne hanno. Che diavolo c’entra la cultura che tal Enrique Hausermann sembra del tutto impropriamente evocare a sproposito? Eppure ha ragione il dirigente della associazione degli equivalenti.
Equivalenti che non sono un club così denominato e neanche una setta, tanto meno un sindacato dei follower e neanche una band giovanile in procinto di andare a Sanremo. Equivalenti sono i farmaci equivalenti. Equivalenti, cioè che valgono uguale. Cioè che fanno lo stesso effetto. Lo stesso che fanno i Brufen e le Tachipirina. Lo dice la parola stessa ma la parola stessa è lontanissima dal bastare alla bisogna. Perché, oltre ad alcuni farmaci, manca in gran quantità e quasi per ogni dove il…fosforo. La voglia e l’attitudine a capire, sapere. Come volevasi dimostrare, questione di cultura.
Infatti li chiamiamo generici
Infatti con una scelta lessicale che ci è venuta spontanea e quasi naturale i farmaci equivalenti li chiamiamo “generici”. E “generico” ha un valore semantico ben diverso da equivalente. Generico è anonimo e anonimo introduce e prelude al concetto di dozzinale. Il chiamare “generici” e non equivalenti i farmaci non griffati da un brand significa attribuire al brand parte rilevante, se non tutta, dell’azione terapeutica del farmaco. Ed è questo quel che noi italiani facciamo al banco della farmacia: senza il brand, la griffe, la marca, non ci sentiamo curati appieno. E quindi gli anti infiammatori e antipiretici in particolare li acquistiamo equivalenti e non di marca solo nel 12 per cento dei casi (30 per cento se la percentuale è riferita anche ad altre categorie di farmaci). Dodici pere cento a fronte di una media europea di uso e acquisto dell’equivalente pari al 50 per cento. Sono sciocchi e incauti questi europei?
Il principio attivo, il brevetto e il prezzo di vendita
Quel che cura è il principio attivo e non il brand, la marca del medicinale. Il farmaco equivalente ha lo stesso principio attivo di quello col brand noto. E così può essere ed è perché il brevetto originale di quel farmaco è scaduto, ha esaurito i suoi anni di detenzione e uso esclusivo. Quindi è patrimonio scientifico e tecnologico comune. Quindi si può fabbricare e mettere in commercio l’equivalente. Che costa anche di meno. Ma questo sembra spesso a chi compra la medicina una sorta di “difetto”. Ed ecco quindi che nelle settimane in cui è aumentata del 40 per cento rispetto allo scorso anno la richiesta di paracetamolo, ibuprofene e aspirina, nella farmacia in cui ti dicono Brufen e Tachipirina non c’è, però c’è…In quella farmacia il più delle volte il cliente declina l’offerta del farmaco equivalente. Questione di fosforo, che scarseggia. Il fosforo che il luogo comune associa alla brillantezza del ragionare. Fosforo che scarseggia appunto e assai. Controprova: acquisto di mascherine calato del 34 per cento nelle settimane e mesi in cui tutti vogliono Brufen e Tachipirina.