Il consumo frequente di cibi fritti è una pratica diffusa in tutto il mondo, ma un nuovo studio ha evidenziato un potenziale legame tra il consumo a lungo termine di olio fritto riutilizzato e l’aumento della neurodegenerazione, aprendo una nuova prospettiva sui potenziali effetti dannosi dei cibi fritti sul cervello.
Uno studio recente condotto su ratti ha sollevato preoccupazioni riguardo al legame tra il consumo a lungo termine di oli da cucina riscaldati e l’aumento della neurodegenerazione. I risultati dello studio sono stati presentati al Discover BMB 2024, il convegno annuale dell’American Society for Biochemistry and Molecular Biology, e saranno presto pubblicati nel Journal of Biological Chemistry.
Nello specifico, lo studio ha rivelato che il riscaldamento degli oli ad alte temperature porta a significative alterazioni nella loro composizione chimica, generando composti dannosi come grassi trans, acrilammide e aldeidi. Queste sostanze, presenti negli oli riscaldati utilizzati per friggere cibi, sono state collegate a uno stress ossidativo e a processi infiammatori nel corpo, entrambi fattori di rischio per malattie neurodegenerative.
Sebbene lo studio sia stato condotto su ratti, i suoi risultati suggeriscono che il consumo regolare di oli riscaldati potrebbe aumentare il rischio di malattie neurodegenerative anche negli esseri umani. Questo è particolarmente preoccupante considerando che malattie come l’Alzheimer colpiscono milioni di persone in tutto il mondo.
Gli esperti raccomandano di adottare una dieta ricca di antiossidanti e acidi grassi omega-3, che possono aiutare a contrastare lo stress ossidativo e l’infiammazione nel cervello. Integrare nella propria alimentazione alimenti come frutta, verdura, noci e tè verde può contribuire a proteggere la salute cerebrale.
Per ridurre il rischio di danni cerebrali causati dagli oli riscaldati, è importante fare attenzione alla qualità degli oli utilizzati nella preparazione dei cibi. Evitare di riutilizzare gli oli per più sessioni di cottura e monitorare attentamente la temperatura durante la frittura sono pratiche essenziali per garantire la sicurezza alimentare.
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