foto ANSA
L’Italia maglia nera in Europa per le resistenze agli antibiotici, infatti continua ad essere tra i Paesi europei con il maggior consumo di antibiotici erogati dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in regime di assistenza convenzionata (dalle farmacie pubbliche e private) e acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche.
Infatti, se nel 2021 il consumo medio di antibiotici nei Paesi UE è stato di 15,01 dosi giornaliere ogni 1.000 abitanti (con l’Austria che ha registrato il valore più basso, 7,21 DDD/1000 abitanti), l’Italia si pone sopra la media UE (decimo posto, 15,99 DDD/1000 abitanti), spiega Alessandro Solipaca, Direttore dell’Osservatorio Nazionale sull’Antimicrobico Resistenza (ONsAR) e Direttore Scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane dell’Università Cattolica.
Il nostro Paese, aggiunge, rispetto al resto d’Europa, ha evidenziato un maggior ricorso ad antibiotici ad ampio spettro, che hanno un impatto più elevato sullo sviluppo della resistenza antimicrobica. Il rapporto tra il consumo di molecole ad ampio spettro rispetto a quello a spettro ristretto è per l’Europa 3,7, mentre per l’Italia è pari a ben 13,2, quasi il quadruplo del valore europeo.
A livello regionale, il consumo varia dai 7,6 DDD/1.000 abitanti die della P.A. di Bolzano ai 19,1 DDD/1.000 abitanti die della Campania: come negli anni precedenti, ad eccezione della Sardegna, tutte le Regioni del Mezzogiorno riportano livelli di consumo superiori alla media italiana. In particolare, sottolinea Solipaca, si osserva una elevata variabilità territoriale: al Sud il consumo di antibiotici è del 75% maggiore rispetto al Nord e del 28% maggiore rispetto al Centro. Inoltre, la spesa pro capite per antibiotici è al Sud di 11,02 euro, più del doppio rispetto al Nord (5,15 euro). E ancora, il consumo di molecole ad ampio spettro in rapporto a quello a spettro ristretto nel 2021 è pari a 2,7 al Nord, 6,3 al Centro e 10,4 al Sud.
Bisogna anche sottolineare che continua l’aumento dell’acquisto privato di antibiotici di fascia A; nel 2021 si osserva infatti un aumento dei consumi (+6,6%) e della spesa pro capite (+9,8%) a carico del cittadino.
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