Gli italiani sono sempre più in sovrappeso, problema che riguarda ormai il 46% di chi ha più di 18 anni. Mentre più di uno su tre dichiara di non praticare attività fisica. Ai cattivi stili di vita si unisce la poca prevenzione.
E tutto ciò rischia di entrare in rotta di collisione con un sistema sanitario sempre più sotto-finanziato, specie se lo si confronta con quelli di altri Paesi europei.
A tracciare il quadro è il 20/mo Rapporto OsservaSalute 2022, dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni nell’ambito di Vihtali, spin off dell’Università Cattolica.
Crollo attività sportiva tra i giovani
Se sei milioni sono gli obesi, la sedentarietà è dilagante anche tra i più giovani. Tra il 2020 e il 2021 c’è stato un forte decremento della pratica sportiva tra i bambini e adolescenti di età 3-17 anni. In queste classi di età tra il 2020 e il 2021 si è osservato un vero e proprio crollo della pratica sportiva continuativa, diminuita di circa 15 punti (dal 51% al 36%). Il diabete dilaga tra gli obesi (il 15% di loro ne soffre) e i sedentari (quasi il 12%).
Sempre più depressi, boom di prescrizioni doi farmaci
Gli italiani, inoltre, sembrano sempre più depressi. A partire dagli anni 2011-2012, a livello nazionale la prescrizione di farmaci antidepressivi ha registrato un aumento, inizialmente lieve e pari a +1,8% dal 2013 al 2016. Successivamente l’aumento è stato decisamente più significativo, con un +10% tra il 2017 ed il 2021.
Spesa sanitaria pro-capite in rapporto al Pil, Italia 13° nella Ue
Tutto questo va di pari passo con una sanità pubblica che fatica a trovare risorse. Con 2.588 euro, il nostro Paese si colloca al tredicesimo posto della graduatoria dei Paesi Ue per la spesa sanitaria pro capite, sotto Repubblica Ceca e Malta e molto distante da Francia (3.807 euro pro capite) e Germania (4.831).
Per la spesa sanitaria rispetto al Pil, l’Italia occupa la decima posizione mentre Francia e Germania sono i Paesi con l’incidenza più elevata, superiore al 12%.
“In Italia si corre il rischio di una tempesta perfetta, cioè da un lato l’aumento dei fattori di rischio per diverse malattie, soprattutto croniche e legate all’invecchiamento e dall’altro il deterioramento di un Servizio Sanitario Nazionale che riesce sempre meno a garantire anche i servizi essenziali”.