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È meglio fare tanti piccoli pasti, o meno pasti abbondanti? Cosa dicono le ricerche

Se c’è una questione che da sempre divide gli esperti della salute e gli appassionati di benessere, è la frequenza dei pasti. Da un lato, ci sono coloro che sostengono la benefica abitudine di mangiare piccoli pasti frequenti, mentre dall’altro ci sono sostenitori del tradizionale modello di tre pasti al giorno. Approfondiamo la ricerca attuale su questo argomento dibattuto per capire se è meglio optare per tanti piccoli pasti o meno pasti abbondanti.

Le origini del modello dei 3 pasti principali

La convinzione comune che tre pasti abbondanti al giorno siano essenziali per una salute ottimale ha radici nella cultura e nei primi studi epidemiologici. Tuttavia, negli ultimi anni, la prospettiva sta cambiando, con sempre più esperti che suggeriscono l’adozione di pasti più piccoli e frequenti come chiave per la prevenzione di malattie croniche e la gestione del peso.

I presunti benefici di pasti piccoli e frequenti

I sostenitori di questo modello alimentare suggeriscono che possa:

  1. Migliorare la sazietà: La sensazione di sazietà dopo i pasti è un fattore cruciale per molti. Mangiare piccoli pasti frequenti potrebbe favorire questa sensazione, aiutando a regolare l’apporto calorico totale.
  2. Aumentare il metabolismo: Alcuni sostengono che la frequenza dei pasti possa influenzare positivamente il metabolismo e la composizione corporea, favorendo la perdita di grasso.
  3. Prevenire cali di energia: Consumare piccoli pasti durante il giorno potrebbe aiutare a mantenere livelli di energia costanti, prevenendo i tipici cali che si verificano tra un pasto e l’altro.
  4. Stabilizzare lo zucchero nel sangue: Pasti più frequenti potrebbero aiutare a mantenere più stabile la glicemia, contribuendo alla prevenzione di picchi e cali improvvisi.
  5. Prevenire l’eccesso di cibo: Mangiare più spesso potrebbe ridurre il rischio di eccessi alimentari durante i pasti principali.

La ricerca attuale: cosa dicono gli studi?

La ricerca sulla frequenza dei pasti è contraddittoria, con alcuni studi a favore e altri contrari a questa pratica. Un esempio è uno studio del 2019 che suggerisce che consumare più di quattro pasti al giorno può migliorare i livelli di colesterolo HDL e ridurre i trigliceridi, riducendo così il rischio di malattie cardiache.

Frequenza dei pasti e perdita di peso

Un mito comune è che pasti più frequenti possano contribuire alla perdita di peso. Tuttavia, le ricerche su questo argomento sono inconcludenti.

Uno studio ha confrontato il consumo di tre pasti al giorno con sei pasti più piccoli e frequenti, trovando poche differenze nel dispendio energetico e nella perdita di grasso corporeo tra i due gruppi. Inoltre, coloro che consumavano pasti più frequenti avevano livelli di fame aumentati.

L’apporto calorico era controllato in entrambi i gruppi, ma i ricercatori ipotizzano che chi consumava pasti più frequenti avesse più probabilità di assumere più calorie giornaliere.

Frequenza dei pasti e malattie croniche: un collegamento?

Le prime ricerche epidemiologiche suggerivano che una maggiore frequenza dei pasti potesse migliorare i livelli di lipidi nel sangue e ridurre il rischio di malattie cardiache. Alcuni studi recenti supportano questa idea, sostenendo che una frequenza alimentare più elevata è associata a un ridotto rischio di diabete e malattie cardiovascolari.

Frequenza dei pasti e prestazioni atletiche

Mentre le prove a favore di una maggiore frequenza dei pasti possono essere contrastanti nella popolazione generale, gli atleti potrebbero trarre vantaggio da pasti più frequenti. La International Society of Sports Nutrition suggerisce che atleti con dieta ipocalorica possano preservare la massa muscolare consumando piccoli pasti più spesso.

Alcuni studi indicano che, negli atleti, una maggiore frequenza dei pasti può migliorare le prestazioni, supportare la perdita di grasso e migliorare la composizione corporea, sempre nel contesto di un apporto calorico giornaliero sufficiente.

La qualità della dieta: chi mangia meglio?

Un punto in cui sembra emergere una chiara differenza è la qualità della dieta. Chi consuma pasti più frequenti ha maggiori probabilità di adottare una dieta più equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e latticini magri. D’altro canto, coloro che optano per pasti meno frequenti potrebbero trarre beneficio dalla consapevolezza durante i pasti.

Nessun modello è migliore dell’altro

In conclusione, la ricerca non fornisce prove concrete a favore di uno stile alimentare rispetto all’altro. Entrambi possono offrire vantaggi, ma è cruciale concentrarsi sulla qualità degli alimenti consumati e rispettare il fabbisogno calorico giornaliero. 

Claudia Montanari

Nata nel 1985 a Roma. Una laurea in lettere con indirizzo moda e comunicazione, sostengo che Roberto Rossellini, lo Stedelijk Museum, Naruto e Lena Dunham mi abbiano cambiato la vita. Da più di 10 anni lavoro come society journalist per ladyblitz e blitzquotidiano occupandomi di moda, lifestyle, salute, viaggi e bellezza.

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