Il trapianto di feci di persone sane nell’intestino tenue di pazienti con il morbo di Parkinson. Può sembrare assurdo ma questo tipo di trapianto, a quanto pare aiuta a migliorare i sintomi motori di chi è colpito da questa malattia, come tremori e rigidità. A dimostrarlo è stato un nuovo studio che ancora una volta ha correlato la diffusa patologia neurodegenerativa alla flora batterica intestinale. Lo studio nasce dopo quello dell’Università dell’Alabama di Birmingham che ha evidenziato la differenza nella composizione di batteri presenti nelle feci dei pazienti con Parkinson rispetto ai pazienti sani. Una seconda indagine ha poi trovato una correlazione con la presenza o meno di un batterio, il Desulfovibrio.
Cosa provoca la neurodegerazione del Parkinson? A quanto pare ad essere responsabile sarebbero i grumi di una proteina mal ripiegata chiamata alfa-sinucleina. Si pensa che questi aggregati si formino nella parete intestinale. Attraverso il nervo vago, questi grumi sono poi in grado di raggiungere il tessuto cerebrale dove distruggono i neuroni che producono dopamina. Sarebbe questo ad innescare i sintomi tipici del Parkinson: tremori, rigidità, difficoltà a mantenere l’equilibrio, stitichezza, disturbi del sonno e perdita dell’olfatto. Gli esperti ritengono che sia proprio la disregolazione del microbiota intestinale a favorire gli accumuli di alfa-sinucleina mal ripiegata che finisce al cervello attraverso il nervo vago. Anche un gruppo di scienziati del Karolinska Institutet di Stoccolma in Svezia sono gunti più o meno alle stesse conclusioni. La recisione del nervo vago abbatte il rischio di ammalarsi di Parkinson del 40 per cento.
Visto lo stretto legame tra batteri intestinali e patologia neurodegenerativa, i ricercatori hanno ipotizzato che trapiantando feci di persone sane in pazienti con Parkinson allo stadio iniziale avrebbe potuto offrire dei benefici nella sintomatologia, grazie all’alterazione benefica indotta alla flora batterica. L’ipotesi è stata poi confermata. A condurre l’esperimento è stato un team di ricerca belga. I ricercatori hanno coinvolto una cinquantina di persone con Parkinson allo stadio iniziale con un’età compresa tra i 50 e i 65 anni. Lo studio si è svolto tra il primo dicembre 2020 e dicembre 2021 con le persone divise in due gruppi: alle prime 22 persone, è stato somministrato un trapianto di microbiota fecale. Al secondo gruppo formato da 24 partecipanti, sono state somministrate le loro stesse feci. L’introduzione è avvenuta tramite un sondino che dal naso ha trasferito le feci fino all’intestino tenue. Successivamente i ricercatori hanno monitorato i sintomi motori dei partecipanti ogni trimestre per un anno interofino a dicembre 2022. E’ stato così rilevato un miglioramento significativo nel punteggio del test nei pazienti che avevano ricevuto le feci dei donatori sani.
I risultati sono stati davvero incoraggianti, hanno detto i ricercatori. Ora saranno necessarie ulteriori ricerche, ma a detta loro quanto scoperto offre un modo potenzialmente sicuro, efficace ed economico per migliorare i sintomi e la qualità della vita di milioni di persone affette da malattia di Parkinson.