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Dopo il parto cesareo una donna su 3 soffre di sintomi a lungo termine: ecco quali sono

Oltre il 30% delle donne che hanno dato alla luce un figlio con il parto cesareo (che in Italia sono 3 su 10) soffre di sintomi a lungo termine, come dolori addominali e perdite di sangue o problemi di fertilità. Questi sintomi sono causati da una cicatrice uterina anomala, condizione che viene ora definita per la prima volta come Disturbo della Cicatrice del Taglio Cesareo (Caesarean Scar Disorder o CSDi), grazie a uno studio internazionale guidato dall’UMC di Amsterdam. La definizione del nuovo disturbo, frutto di una ricerca pubblicata su JAMA Network Open, dà alle donne un riconoscimento per questi problemi dopo un parto cesareo. Grazie a queste informazioni, possono anche cercare aiuto più rapidamente se si verificano questi sintomi.

Lo studio sul parto cesareo

Condotto da Saskia Klein Meuleman, insieme ai ginecologi Robert de Leeuw e Judith Huirne, lo studio ha coinvolto 31 esperti di tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Cina. Tutti gli intervistati hanno trattato almeno 50 donne all’anno con sintomi che corrispondono alla condizione. Gli esperti hanno concordato sui sintomi che possono essere causati da una cicatrice cesare. Ma anche sugli aspetti che compongono la condizione e sui fattori che possono giocare un ruolo. Questo ha creato un quadro chiaro della condizione, costruito su un consenso internazionale. “Abbiamo anche presentato il quadro clinico finale alle donne con questi sintomi. Hanno riconosciuto le loro esperienze e non hanno avuto nulla da aggiungere”, afferma Klein Meuleman.

Effetti da non sottovalutare

Grazie a questa ricerca, le donne possono ricevere una diagnosi accurata ed è quindi più facile accedere a un trattamento adeguato. Le donne possono anche essere meglio informate sulle possibili complicazioni a lungo termine del parto cesareo. “Il parto cesareo è una procedura molto importante e spesso salvavita. Ma è importante non sottovalutare l’effetto che questa operazione può avere sulla qualità della vita a lungo termine”, aggiunge Klein Meuleman.

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