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La prima settimana di luglio è stata la più calda mai registrata

La prima settimana di luglio, secondo i dati dell’Organizzazione meteorologica mondiale dell’Onu, è stata la più calda mai registrata. Un record, dopo le temperature elevate anche a giugno, caratterizzato da una forte siccità in Spagna e da feroci ondate di caldo in Cina e negli Stati Uniti. Secondo l’Omm, i picchi di caldo stanno avendo “impatti potenzialmente devastanti sugli ecosistemi e sull’ambiente”.

Nel 2022 l’Italia è stato il Paese europeo con più morti per il caldo

L’Italia è il Paese con il maggior numero di morti attribuibili al caldo. In termini assoluti, durante l’intera estate del 2022, l’Italia ha avuto un totale di 18.010 morti per il caldo, seguito da Spagna (11.324) e Germania (8.173). Se si ordinano i dati in base al tasso di mortalità dovuta al caldo, il primo Paese è l’Italia, con 295 decessi per milione, seguita da Grecia (280), Spagna (237) e Portogallo (211). La media europea è stata stimata in 114 morti per milione.

Lo studio è stato condotto dall’Istituto di Barcellona per la salute globale (ISGlobal), un centro sostenuto dalla Fondazione “la Caixa”, in collaborazione con l’Istituto nazionale della salute francese (Inserm). L’analisi, pubblicata su Nature Medicine, stima 61.672 morti attribuibili al caldo tra il 30 maggio e il 4 settembre 2022.

Caldo, mortalità più alta del 63% nelle donne

Lo studio ha incluso un’analisi per età e sesso, che ha mostrato un aumento molto marcato della mortalità nelle fasce di età più avanzate, e soprattutto nelle donne. Si stima che ci siano stati 4.822 decessi tra i minori di 65 anni, 9.226 decessi tra le persone di età compresa tra 65 e 79 anni e 36.848 decessi tra le persone di età superiore a 79 anni.

In termini di analisi di genere, i dati mostrano che la mortalità attribuibile al caldo è stata del 63 per cento più alta nelle donne che negli uomini, con un totale di 35.406 morti premature (145 morti per milione), rispetto ai 21.667 morti stimati negli uomini (93 morti per milione). Questa maggiore vulnerabilità delle donne al caldo si osserva nella popolazione nel suo complesso e, soprattutto, nelle persone di età superiore agli 80 anni, dove il tasso di mortalità è del 27 per cento superiore a quello degli uomini. Al contrario, il tasso di mortalità maschile è superiore del 41 per cento nelle persone di età inferiore ai 65 anni e del 13 per cento in quelle di età compresa tra i 65 e i 79 anni.

Ma l’ondata di caldo peggiore è stata nel 2003

Ad oggi, la più alta mortalità estiva in Europa è stata registrata nel 2003, quando sono stati registrati oltre 70mila decessi in eccesso. “L’estate del 2003 è stata un fenomeno eccezionalmente raro, anche tenendo conto del riscaldamento antropogenico osservato fino a quel momento”, spiega Joan Ballester Claramunt, primo autore dello studio e ricercatore presso ISGlobal. “Questa eccezionalità ha evidenziato la mancanza di piani di prevenzione e la fragilità dei sistemi sanitari nell’affrontare le emergenze legate al clima, cosa che è stata in parte affrontata negli anni successivi”.

“Al contrario, le temperature registrate nell’estate del 2022 non possono essere considerate eccezionali, nel senso che si sarebbero potute prevedere seguendo le serie di temperature degli anni precedenti, e che mostrano un’accelerazione del riscaldamento nell’ultimo decennio”, aggiunge Ballester.

Riscaldamento globale e Europa

L’Europa è il continente che sta sperimentando il maggior riscaldamento, fino a un grado in più rispetto alla media globale. Le stime del team di ricerca suggeriscono che, in assenza di una risposta adattativa efficace, il continente dovrà affrontare una media di oltre 68mila morti premature ogni estate entro il 2030 e oltre 94mila entro il 2040. Un dato enorme, che va contenuto il più possibile.

Gianluca Pace

Laureato in Storia contemporanea, a Blitz quotidiano dal 2011. Qui mi occupo, si fa per dire, di quel che accade in questa misera Italia e nei dintorni. Con queste poche righe dovrei mettere in risalto, con un po’ di ironia e senza farlo notare troppo, le mie poche qualità. Ma insomma, alla fine che ci frega?

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