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Salute

Specifici cambiamenti dietetici possono curare l’obesità, ecco come e quali

L’obesità rappresenta una delle maggiori sfide per la salute pubblica nel mondo. L’infiammazione cronica di basso grado, spesso derivante dalla disfunzione dei globuli bianchi chiamati monociti, aumenta significativamente il rischio di diverse condizioni di salute nelle persone obese. Recenti ricerche suggeriscono che specifici cambiamenti dietetici possono migliorare la funzione mitocondriale nei monociti, ridurre l’infiammazione e alterare positivamente il microbiota intestinale, offrendo nuove cure per il trattamento dell’obesità.

L’obesità e l’impatto sulla salute pubblica

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) segnala che i tassi di obesità a livello mondiale sono più che raddoppiati negli ultimi 30 anni. Attualmente, il 16% della popolazione adulta globale convive con l’obesità. Questo problema, un tempo confinato ai paesi ad alto reddito come gli Stati Uniti, dove oltre il 40% degli adulti è obeso, si sta diffondendo rapidamente anche nei paesi a medio reddito. L’obesità è definita da un indice di massa corporea (BMI) superiore a 30, una misura che prende in considerazione sia l’altezza che il peso della persona.

L’obesità è strettamente associata a una serie di condizioni di salute, tra cui il diabete di tipo 2, l’ipertensione, le malattie cardiache e alcuni tipi di cancro. Un fattore chiave nell’obesità è l’infiammazione cronica di basso grado, alimentata dai monociti. Questi globuli bianchi giocano un ruolo cruciale nelle risposte immunitarie e sono spesso disfunzionali nelle persone obese, contribuendo all’infiammazione e al peggioramento delle condizioni di salute.

L’obesità e l’impatto sulla salute pubblica (foto ANSA) Blitz Quotidiano

Lo studio

Un recente studio clinico su piccola scala condotto in Messico ha esplorato come alcune diete possono migliorare l’uso energetico dei monociti, favorendo una maggiore perdita di peso. Lo studio, pubblicato su Clinical Nutrition, ha coinvolto 44 partecipanti tra i 18 e i 60 anni con un BMI compreso tra 30 e 50 kg/m², nessuno dei quali aveva malattie croniche o problemi di salute mentale. I partecipanti sono stati suddivisi in quattro gruppi, ciascuno dei quali ha seguito una dieta diversa per due mesi:

  1. Dieta ipocalorica (500 kcal in meno rispetto alla dieta normale)
  2. Dieta ipocalorica con digiuno intermittente (16 ore di digiuno e 8 ore di alimentazione)
  3. Dieta chetogenica con restrizione calorica
  4. Dieta normale “ad libitum”

Durante le visite di controllo, i partecipanti hanno fornito campioni di sangue a digiuno, sono stati pesati e la loro composizione corporea è stata analizzata. I ricercatori hanno isolato i monociti dai campioni di sangue per valutare la loro funzione mitocondriale e hanno analizzato il microbiota intestinale dai campioni di feci.

I risultati dello studio hanno rivelato che i monociti delle persone che seguivano diete ipocaloriche, di digiuno intermittente e chetogeniche avevano migliorato significativamente la funzione mitocondriale. Le diete hanno anche avuto un impatto positivo sui batteri intestinali, aumentando la diversità del microbiota intestinale, un cambiamento che potrebbe aiutare a combattere l’obesità.

L’importanza dei mitocondri nella salute metabolica non può essere sottovalutata. I mitocondri sono le centrali energetiche delle cellule, responsabili della produzione di energia. La disfunzione mitocondriale può contribuire a vari problemi di salute, tra cui la resistenza all’insulina, l’infiammazione e altri disturbi metabolici. Migliorare la funzione mitocondriale attraverso cambiamenti dietetici potrebbe quindi offrire una nuova strategia per combattere l’obesità e le sue complicanze.

Necessità di ulteriori ricerche

Nonostante i risultati promettenti, gli esperti sottolineano la necessità di ulteriori ricerche per confermare questi risultati. Eamon Laird, PhD, docente associato di nutrizione presso l’ATU Sligo in Irlanda, ha dichiarato che i risultati sono molto interessanti come studio pilota, ma che sono necessari studi più ampi e approfonditi per validare questi risultati. Laird ha suggerito che futuri studi dovrebbero includere un numero maggiore di partecipanti, un equilibrio di genere e persone con altre condizioni di salute associate all’obesità per rappresentare meglio la popolazione generale.

Benefici per la salute dei cambiamenti dietetici

Oltre al miglioramento della funzione mitocondriale, i partecipanti che hanno seguito diete restrittive hanno mostrato una riduzione del peso corporeo e del grasso viscerale, il grasso che si accumula all’interno dell’addome e può causare problemi di salute. Questo suggerisce che i cambiamenti dietetici possono non solo promuovere la perdita di peso, ma anche migliorare la salute metabolica complessiva.

Mir Ali, MD, chirurgo bariatrico certificato e direttore medico del MemorialCare Surgical Weight Loss Center presso l’Orange Coast Medical Center in California, ha commentato che lo studio dimostra la complessità dell’obesità e quanto ancora dobbiamo imparare per prevenirla e gestirla efficacemente. Anche se lo studio è a breve termine e su piccola scala, i benefici per la salute osservati suggeriscono che vale la pena esplorare ulteriormente gli interventi dietetici.

Il ruolo del microbiota intestinale

Un altro aspetto importante dei cambiamenti dietetici è il loro impatto sul microbiota intestinale. La diversità del microbiota intestinale è cruciale per la salute metabolica e può influenzare significativamente la regolazione delle funzioni cellulari. Le diete ipocaloriche, di digiuno intermittente e chetogeniche hanno dimostrato di aumentare la diversità del microbiota intestinale, suggerendo un ulteriore meccanismo attraverso il quale i cambiamenti dietetici possono aiutare a combattere l’obesità.

Claudia Montanari

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