In primo luogo, bisogna tenere presente che ogni nostra emozione può influenzare le nostre funzioni FISICHE. La verità di questa affermazione è confermata dagli studi specialistici di una disciplina ormai operativa da circa 50 anni: la PSICO – NEURO – ENDOCRINO – IMMUNOLOGIA.
Si è visto, infatti, che questi 4 sistemi alla base di tutte le attività dell’organismo sono talmente correlati tra loro da influenzarsi reciprocamente gli uni con gli altri.
Per capirsi si prenda un esempio banale: quando attraversiamo un periodo in cui il nostro umore può risultare depresso è molto frequente che proprio in quello stesso periodo si possa prendere con più facilità un qualsiasi male di stagione (influenza, raffreddori, mal di gola, tosse, etc.) e questo perché il deprimersi dell’umore comporta di solito una riduzione dell’efficacia del Sistema Immunitario. È ovvio che a sua volta una deplezione a carico del Sistema Immunitario può influenzare l’umore in senso negativo.
Analogamente anche l’apparato digerente subisce ripercussioni al variare della nostra emotività: non a caso può aumentare o diminuire l’acidità dello stomaco, così come aumentare o rallentare la peristalsi del tubo digerente, cioè possono aumentare o diminuire quei movimenti che accelerano o rallentano la velocità con la quale il cibo transita lungo l’intestino.
Come giustamente riportano molti pazienti in psicoterapia, una paura quale quella di una importante prova scolastica può dar luogo a mal di stomaco, mal di testa, mal di pancia, etc., a seconda della vulnerabilità della singola persona.
Le caratteristiche personali fanno sì che ciascuno di noi di solito produca un sintomo con più frequenza di altri: questo avviene in ragione del concetto di “locus minoris resistenziale” in base al quale ognuno ha un punto più vulnerabile di altri nel proprio sistema corporeo, insomma, una sorta di
tallone di Achille che con il tempo impariamo a riconoscere perché proprio quello stesso sintomo tende a ripetersi.
Quando subiamo un periodo di stress è normale produrre sintomi psichici, esempio ansia o variazioni dell’umore. Ma come ben noto, l’essere umano è il risultato della UNITÀ MENTE-CORPO come già sosteneva Ippocrate (nel quarto secolo avanti Cristo).
Per semplici motivi di comprensione molto spesso dobbiamo studiare separatamente le attività del corpo e quelle della mente. Ma mentre viviamo queste attività sono contemporanee e le une dipendono dalle altre vicendevolmente.
Quindi lo stress può indifferentemente dar luogo a sintomi psichici o a somatizzazioni come insonnia, gastriti, coliti o reflusso gastroesofageo e così via.
A questo punto però non bisogna pensare che lo stress sia esclusivamente “negativo” per l’essere umano.
Infatti, distinguiamo gli stress in EUSTRESS e DISTRESS dove con EUSTRESS intendiamo quelle condizioni di stimolo grazie alle quali miglioriamo le nostre performance. Esempio: il timore di un esame induce una maggiore concentrazione al fine di poterlo superare al meglio. Invece, se l’esame da affrontare viene vissuto con eccessiva apprensione, la troppa ansia si trasforma in angoscia e può provocare non solo la diminuzione della concentrazione, ma anche somatizzazioni quali mal di stomaco, mal di pancia, cefalee, etc.
Per non essere troppo vulnerabili alle inevitabili avversità a cui sono sottoposti tutti gli umani, è bene che ciascuno si ricordi che la vita inevitabilmente somministra tanti stress nel corso del tempo.
Quindi immaginare un’esistenza senza stress è una pura illusione.
Per semplificare, si può dire che ci sono 2 diverse modalità per affrontare lo stress:
– i RIMEDI e
– le CURE.
I RIMEDI sono utili per attenuare l’impatto negativo che lo stress può avere su di noi. Invece le CURE sono necessarie quando lo stress è talmente grave da farci ammalare.
Tra i RIMEDI possiamo annoverare il banale prendersi cura di se stessi dedicandosi alla preparazione di buone tisane rilassanti, dedicandosi a porre maggiore attenzione ai ritmi della vita quotidiana che purtroppo tendono a
essere troppo accelerati come, ad esempio, aver cura di mangiare possibilmente sempre allo stesso orario (precauzione molto utile per regolarizzare la digestione), giovarsi di tecniche di rilassamento, Yoga, meditazione, training autogeno, fare una corretta attività sportiva in base all’età.
Invece, quando lo stress causa veri e propri sintomi diventa opportuno intraprendere una psicoterapia e in alcuni casi assumere anche eventuali psicofarmaci.
Per comprendere come le abitudini di vita siano un fattore molto incisivo nella gestione dello stress possiamo ricordare come nel Medioevo, soprattutto in alcuni periodi di recessione economica, la speranza di vita, cioè l’età che mediamente un cittadino dell’epoca potesse raggiungere, era di gran lunga superiore per coloro che vivevano nei monasteri che per il resto della popolazione. Infatti, le giornate dei monaci erano scandite da abitudini estremamente regolari e tale regolarità consentiva all’organismo di essere meno stressato.
Per quanto riguarda che cosa mangiare per favorire una migliore digestione, o per evitare malanni quali il reflusso gastroesofageo, la gastrite, la colite, etc., è appropriato rivolgersi a nutrizionisti, dietologi e genetisti che possano personalizzare la migliore alimentazione caso per caso, magari avvalendosi anche della mappatura genetica della persona in caso di situazioni di particolare delicatezza con sintomi complessi e troppo spesso recidivanti.
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