Il tumore all’ovaio rappresenta una grossa sfida per le donne di tutto il mondo. Ogni anno solo in Italia vengono diagnosticati circa 4800 casi avanzati e 3000 decessi, visto che circa nel 70% dei casi la diagnosi risulta tardiva in quanto nelle fase iniziali difficilmente causa sintomi specifici. Tuttavia, grazie all’incessante lavoro degli oncologi e ai progressi nella ricerca medica, c’è una luce di speranza per chi combatte questa malattia.
Tumore all’ovaio, l’importanza del test Hrd
Una delle armi più potenti nella lotta contro il tumore ovarico è il test Hrd. Questo test molecolare innovativo è in grado di valutare l’instabilità genomica del tumore ovarico, consentendo ai medici di adattare le terapie in modo mirato e personalizzato per ogni singola paziente. La sua importanza è sottolineata dagli esperti riuniti nell’Ovarian Cancer Commitment, che spingono per una maggiore diffusione e accessibilità di questo esame vitale.
Il direttore di Oncologia Medica del Dipartimento di Uro-Ginecologia dell’Istituto Nazionale Tumori Pascale di Napoli, Sandro Pignata, evidenzia l’urgenza di rendere il test Hrd disponibile su tutto il territorio nazionale. Attualmente, solo pochi centri altamente specializzati offrono questa analisi complessa, creando disuguaglianze nell’accesso alle cure ottimali per le pazienti affette da tumore ovarico.
Con oltre 4.800 nuovi casi di tumore ovarico avanzato diagnosticati ogni anno in Italia, è evidente la necessità di aumentare la consapevolezza su questa malattia e di garantire un accesso equo alle cure innovative. Le campagne informative, come la nuova iniziativa ‘Hai due minuti?’, giocano un ruolo fondamentale nel diffondere informazioni cruciali sul tumore ovarico e sensibilizzare il pubblico sull’importanza della diagnosi precoce e dei test molecolari predittivi.
I medici e gli esperti riuniti nell’Ovarian Cancer Commitment sottolineano la necessità di creare linee guida omogenee e standard di selezione dei centri di riferimento per il trattamento del tumore ovarico in tutta Italia. Solo garantendo un accesso uniforme alle cure specializzate e ai test molecolari sarà possibile migliorare significativamente le prospettive di sopravvivenza per le pazienti affette da questa neoplasia devastante.