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Tumore alle ovaie, 7 volte su 10 scoperto tardi: sintomi non chiari e mancanza di screening

Il 70% delle pazienti scopre il tumore alle ovaie quando è già in fase avanzata a causa di sintomi aspecifici e per la mancanza di screening efficaci. Sempre il 70% circa delle donne con tumore ovarico conosce già la malattia prima della diagnosi, a fronte del 30% di 10 anni fa. Meno di tre pazienti su dieci, però, scelgono di curarsi in un centro specializzato, ignorando quanto questa decisione possa fare la differenza.

Sono alcuni dei risultati dell’indagine condotta da Acto Italia e contenuti in ‘Cambiamo rotta‘, il libro bianco presentato al Ministero della Salute in vista della Giornata Mondiale dei Tumori Ginecologici, che cade il 20 settembre.

Tumore alle ovaie, la ricerca

“Negli ultimi 5 anni – sottolinea la Nicoletta Colombo, direttore Programma Ginecologia, Istituto Europeo Oncologia – per la prima volta siamo riusciti ad aumentare la percentuale di pazienti potenzialmente guarite. Abbiamo scoperto il primo bersaglio del tumore ovarico che può essere colpito con farmaci mirati: si chiama Deficit della Ricombinazione Omologa (Hrd) ed è presente nei tumori di tutte le pazienti con mutazioni BRCA e di un altro 25% di pazienti senza mutazioni. Bisogna perciò garantire due tipi di test: quelli genetici, a scopo di prevenzione delle persone sane, e quelli genomici sul tessuto tumorale, come il test Hrd, per personalizzare le cure in chi si ammala”.

Meno della metà delle pazienti (45%) però accede alla profilazione genomica. C’è inoltre ancora un 12% di pazienti a cui non è stato proposto il test per le mutazioni BRCA. “Il rischio – spiega Umberto Malapelle, a capo del Laboratorio di Patologia Molecolare Predittiva, Università Federico II di Napoli – è che non tutte le pazienti possano accedere ai test e non abbiano le stesse opportunità di cura”.

Prevenzione

Fondamentale è agire per garantire standard di presa in carico omogenei. “Prevenzione, diagnosi precoce e una presa in carico tempestiva e appropriata – afferma il ministro della Salute Orazio Schillaci – sono le linee strategiche del Piano Oncologico Nazionale 2023-2027 e le leve su cui puntare con rinnovato impegno, cogliendo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie”.

Filippo Limoncelli

Romano, papà e giornalista. Scrivere di calcio è stata la mia vera e prima passione. Parallelamente, le mie altre grandi passioni, sono la musica e viaggiare. Tuttavia, credo fermamente che la pigrizia abbia il suo valore.

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