Scacchi: a novembre il primo torneo per suore e sacerdoti

Pubblicato il 22 Ottobre 2010 - 18:38 OLTRE 6 MESI FA

Preti, frati, suore e seminaristi chiamati a misurarsi a singolar tenzone davanti a una scacchiera: succede a Carugate (Milano), dove il 12 e il 13 novembre, nell’ambito della manifestazione ”Giocando con i Re”, è stato organizzato il primo Campionato italiano di scacchi per sacerdoti e religiosi.

Fra tonaca e ”nobil giuoco” non sembrano esserci incompatibilità: sono passati i tempi in cui papi e santi lanciavano anatemi contro chi si lambiccava il cervello con torri e alfieri. Oggi, anzi, sono numerosi i sacerdoti che coltivano la passione per questa antica disciplina.

I religiosi iscritti alla Fsi, la Federazione scacchistica italiana, sono almeno cinque, e uno di loro, don Stefano Vassallo, parroco a Genova, a giugno ha preso parte ai Campionati italiani di categoria, organizzati a Torino per il centenario della Società Scacchistica Torinese, con il benestare del vescovo.

L’appuntamento di Carugate ha l’appoggio della Cei e del Csi (Centro sportivo italiano) e come testimonial vanta Neri Marcore’, l’attore che di recente ha impersonato papa Luciani in una fiction Rai nonché appassionato di scacchi.

”A nostro avviso – dice Giuseppe Sgrò, il patron di ”Giocando con i Re” – il campionato open dei sacerdoti e dei religiosi è un evento di assoluto prestigio. Del resto nel gioco degli scacchi si realizza simbolicamente un ricongiungimento tra cielo e terra, di cui parleremo in una conferenza dedicata a Scacchi e Chiesa”.

Il gioco, insomma, non è più quello ”strumento di peccato” che spinse san Pier Damiani (nel 1061) a infliggere una ”proibizione” a un vescovo-scacchista, san Bernardo di Chiaravalle a mettere il gioco al bando (con il successivo avallo del Concilio di Parigi) e Girolamo Savonarola a bruciare le scacchiere in piazza.

Nel 2006 furono mossi – con cautela – alcuni passi per portare alle Olimpiadi scacchistiche di Torino una squadra del Vaticano, uno dei pochissimi Stati del pianeta a non avere una propria rappresentativa. ”Oggi – rivelano fonti della Fsi – il torneo di Carugate sta riscuotendo un notevole interesse fra i religiosi. L’unico problema sono gli impegni pastorali: alcuni giocatori hanno dovuto rinunciare perché, in quei giorni, devono celebrare battesimi o matrimoni”.

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