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Scarpe ecosostenibili: 3 brand emergenti da acquistare nel 2022

Il numero di marchi in missione per rendere le scarpe più sostenibili cresce ogni giorno. E il motivo è semplice: ogni anno nel mondo si producono più di 20 miliardi di calzature, di cui solo il 5% viene riciclato. Come se non bastasse, la maggior parte delle scarpe vengono realizzate con materiali dannosi per l’ambiente a causa della loro impronta di carbonio: parliamo principalmente di plastica e pelle.

La plastica è difficile da smaltire, non è facilmente biodegradabile e può infestare il nostro pianeta per centinaia di anni. Ma la pelle non è da meno. Spesso, infatti, nel processo di lavorazione, come la concia, vengono impiegate sostanze chimiche molto aggressive e inquinanti.

Ecco perché sempre più brand emergenti decidono di produrre le proprie scarpe con materiali riciclati e a base biologica, insieme a pelle di origine controllata. Anche la proposta di scarpe vegane è in aumento, nonostante spesso i prodotti che escludono materiali di origine animale, mantengano tra i materiali quelli sintetici.

Se la soluzione perfetta non esiste, l’approccio sempre più diffuso del footwear alla sostenibilità è sicuramente il primo passo per la presa di coscienza di ciò che significa acquistare un capo d’abbigliamento, verso un futuro più etico e green per l’industria della moda, nel rispetto delle persone e dell’ambiente.

Qui di seguito abbiamo raccolto i 3 brand di scarpe ecosostenibili emergenti da conoscere e premiare questa estate: Amarossa, WAO e Saye.

Amarossa, le prime scarpe ecosostenibili… all’infinito

Amarossa è un giovanissimo brand della provincia di Venezia che è riuscito a progettare e realizzare scarpe ecosostenibili ed ecologiche, a impatto zero: riciclabili, compostabili e biodegradabili in ogni loro parte. Al termine del loro utilizzo, tutte le calzature vengono disassemblate, rigenerate e nuovamente immesse in circolo, per evitare che i materiali vadano dispersi. Anche la parte estetica è curata nei minimi dettagli. Il loro designer, infatti, è il celeberrimo David Tourniaire-Beauciel, ex BALENCIAGA, Salvatore Ferragamo, Isabel Marant, Givenchy e Stella McCartney.

Come tutti i brand sostenibili che si rispettino, Amarossa rende trasparente e fruibile ogni fase di produzione delle proprie scarpe grazie alla tecnologia Blockchain, che ne garantisce l’autenticità delle parti, la provenienza e l’appartenenza. Tutte le calzature, inoltre, sono dotate di etichette RFID (una sorta di numero di telaio) a cui vengono associate delle etichette NFC leggibili da qualsiasi cellulare, semplicemente avvicinandolo alla suola della scarpa.

Ma non finisce qui: grazie alla tecnologia Blockchain, il brand Amarossa è riuscito a sconfinare nel Metaverso con una Capsule Collection in edizione limitata chiamata Infinite Loop. Il Metaverso è l’evoluzione di internet, un insieme di mondi virtuali e reali interconnessi, popolati da Avatar. L’aspetto davvero incredibile di questa Capsule – composta da 100 modelli unici – è che ogni calzatura ha un suo corrispettivo virtuale, una copia identica all’originale ma sotto forma di token non fungibili (NFT). E qui viene il bello: acquistando una scarpa fisica, Amarossa regala la sua versione digitale. Non sappiamo se sia una trovata pubblicitaria per i soli appassionati del Metaverso (per ricevere l’NFT bisogna possedere già il proprio Wallet oppure crearne uno esclusivo), ma di una cosa siamo certi: il mercato degli NFT nel 2021 ha toccato i 25 miliardi di dollari e far approdare un paio di scarpe in una realtà in cui i prodotti non conoscono usura è sicuramente l’apoteosi del concetto di sostenibilità, che da circolare diventa infinito!

WAO, le sneakers riciclabili al 97%

Le sneakers WAO sono un altro esempio d’eccellenza tutto italiano, risultato dello straordinario lavoro del team di ricerca e sviluppo guidato da Luigi Pucci, il C.E.O. dell’azienda, e Michele Stignani, il Project Manager.

Il progetto ha visto la luce nel 2021 grazie a una fortunata raccolta di donazioni sulla piattaforma di Crowdfunding Kickstarter, che ha reso possibile la realizzazione di una scarpa con tomaia in canapa naturale, suola in gomma compostabile e il resto dei componenti in cotone organico.

Ciò che rende uniche le calzature WAO è la smaltibilità che le contraddistingue. I materiali utilizzati, infatti, una volta terminato il ciclo di vita della scarpa, sono quasi tutti riciclabili. Ci sono la fodera, i lacci e la soletta, per esempio, che essendo di canapa vengono trasformati in terriccio; c’è il nylon rigenerato ECONYL®, riutilizzato nella

creazione di nuovi prodotti senza utilizzare nuove risorse; e poi la suola, che subisce un processo di degradazione in uno speciale compost per essere riutilizzata come materiale organico. Molti materiali, come la canapa, il cotone e perfino il poliestere, sarebbero riciclabili ma sono spesso trattati con sostanze spalmanti che ne migliorano l’aspetto, le prestazioni e la qualità e ne rendono impossibile il riciclaggio. WAO non tratta nessuna parte delle sue scarpe con prodotti sintetici.

Ma la sostenibilità non passa solo attraverso i concetti di smaltimento e riciclabilità: nella filiera produttiva, anche il trasporto delle materie prime ha un impatto oneroso per l’ambiente. Ecco perché WAO si rivolge solo a fornitori italiani, accorciando la filiera in maniera davvero significativa!

Un altro aspetto affascinante di questo brand è il grado di responsabilità che cede ai propri acquirenti. Per far sì che un paio di calzature sia riciclabile al 97%, infatti, chi acquista dovrà restituire la sneakers al marchio dopo averle utilizzate e consumate. Il brand si occuperà personalmente – e senza costi aggiuntivi – del reso delle sneakers usurate, che successivamente verranno scomposte, in parte riciclate e in parte convertite in compost organico.

Le scarpe da ginnastica vegane Saye

Il marchio Saye nasce nel 2018 in Spagna, anche se la produzione delle sue scarpe vegane è affidato alle fabbriche del vicino Portogallo, utilizzando un mix di materiali biologici e riciclati.

Il brand crede fortemente che il cambiamento possa avvenire solo dall’interno e che l’industria della moda debba avere un ruolo positivo nella vita di tutte le persone coinvolte. Ecco perché collabora solo con fornitori Europei (per accorciare la filiera produttiva) che rispettano i loro lavoratori, che migliorano le loro condizioni di vita e che offrono loro un buon ambiente di lavoro.

Tra i modelli realizzati finora, ci sono sneakers in cotone organico idrorepellente, con fodera in bambù e suola per il 70% di gomma riciclata, nonché scarpe in nappa vegana a base biologica, soletta riciclata e lacci in cotone biologico. Ma le sue due creazioni più innovative risalgono solo all’anno scorso, il 2021. Perché innovative? Semplice: una è realizzata con foglie di cactus organico e l’altra con scarti di Mango, due alternative davvero originali alla pelle. La ‘89 Vegan Cactus è costituita da Cactus Vegan Napa, un materiale a base vegetale che sta avendo un grande successo e che regala alla scarpa una speciale morbidezza. La ‘89 Vegan Mango, invece, è composta da frutti scartati che altrimenti andrebbero sprecati ed è il risultato della collaborazione tra Saye e Fruitleather Rotterdam, un’azienda olandese specializzata nel riciclaggio di composti organici. Convertendo gli avanzi di frutta in materiale simile alla pelle, Saye è riuscita a portare sul mercato un prodotto ecologico e cruelty-free.

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