Il potere della musica è enorme, anche quando si parla di televisione. Addirittura, ci sono volte in cui grandi serie tv sono state migliorate dalle colonne sonore. Anche se a dire la verità si tratta di casi ancora abbastanza rari, nonostante i budget sempre più importanti a disposizione delle produzioni. Spesso, infatti, l’importanza della musica nel racconto di una storia in una serie tv viene ampiamente sottovalutata. Quante volte vi siete ritrovati a sonnecchiare mentre guardavate episodi di una serie che pure ritenevate intrigante?
Bene, per la mia esperienza personale, molto spesso il colpevole è la musica. Quando il sottofondo sonoro non fa altro che ribadire in maniera didascalica e spesso prevedibile le atmosfere create dalle immagini e dalla storia, io comincio a trovare tutto noioso e mi si chiudono le palpebre! Non so se sia lo stesso anche per voi. Ma quando al contrario la musica è composta o scelta con cura, può diventare un vero e proprio “personaggio” della serie, come è stato detto per I Soprano. E allora ci si rende conto di quanto una colonna sonora ben curata possa migliorare una serie tv, per quanto fantastica potesse essere anche senza musica.
Naturalmente gli esempi di serie tv con colonne sonore interessanti sono moltissimi. Quindi, per questo articolo, ho scelto di limitarmi alle colonne sonore create appositamente per la serie, o perlomeno in cui le musiche originali la fanno da padrone. In molti casi, si preferisce utilizzare brani già realizzati e di successo, puntando anche sul fatto che lo spettatore li riconoscerà. E capita anche che la scelta di questi brani produca colonne sonore tutt’altro che scontate e anzi, direi, molto interessanti.
Come ad esempio, in La fantastica signora Maisel, o in Lucifer, o in This Is Us, dove troviamo classici di Sufjan Stevens, Nina Simone, Rolling Stones… Ma qui entriamo un po’ nel territorio insidioso del gusto personale. Senza contare che il nostro elenco si allungherebbe non poco. Spesso, l’utilizzo di canzoni già esistenti funziona molto bene, quando la musica fa parte dell’ambientazione della scena o addirittura viene eseguita dai personaggi per un qualche motivo legato alla storia.
Nell’elenco che segue, invece, troverete alcune serie che hanno scommesso su un musicista che costruisse l’aspetto sonoro della storia, componendo brani originali, curando la scelta dei brani già esistenti e a volte anche reinterpretandoli per adattarli alle atmosfere della serie tv.
La storia infinita di Doctor Who è iniziata nel 1963 e prosegue ancora oggi. La serie è un modello di riferimento per qualsiasi racconto televisivo e cinematografico di fantascienza. Ma è anche uno di quei casi in cui la musica svolge un ruolo importantissimo. Il tema di Doctor Who è stato composto dall’australiano Ron Grainer. In realtà, però, è stato poi realizzato da Delia Derbyshire, compositrice elettronica britannica, utilizzando tutti i mezzi che aveva a disposizione negli studi radiofonici della BBC.
Invece di usare strumenti convenzionali, Derbyshire traspose la melodia della partitura a degli oscillatori e suoni campionati, inventando modi ingegnosi per cambiare nota, ben prima che fossero inventati i sintetizzatori. Lei utilizzava i nastri: cambiando la velocità di riproduzione dei nastri, otteneva note con altezze diverse. Tagliando e incollando i pezzetti di nastro, otteneva poi una sequenza di note con durate specifiche. Non rimaneva infine che mixare il tutto con il “rumore bianco” di fondo e con i suoni percussivi ottenuti con campionamenti e processi di elaborazione, sempre tramite le variazioni di velocità dei nastri. Semplice, no?
Il tema di Doctor Who è il primo esempio di musica completamente elettronica, o per essere precisi di “musica concreta”, utilizzata in televisione. E in tutte le 40 stagioni successive, il tema è rimasto sostanzialmente lo stesso, a parte qualche aggiustamento strutturale o timbrico per adattarne la durata ai titoli e per modernizzarlo un po’. L’importanza della musica di Doctor Who e la sua indissolubilità con la serie e con il personaggio sono particolarmente evidenti nell’influenza che ha esercitato su molte band. Un esempio fra tutti, i Pink Floyd hanno citato il tema in più occasioni nei loro brani, con particolare evidenza in One of These Days.
La leggendaria serie incentrata sulle investigazioni dei misteri di Laura Palmer è andata in onda a partire dal 1990. I produttori di Twin Peaks affidarono la costruzione del mondo sonoro della serie a un compositore già noto per la sue colonne sonore: l’americano Angelo Badalamenti. In questa serie possiamo ammirare una delle strategie più frequenti e vincenti delle colonne sonore, ovvero la costruzione di temi per ciascun personaggio importante.
Laura Palmer’s Theme è divenuto un brano talmente famoso da essere addirittura campionato da Moby, che lo ha riutilizzato nel suo brano Go. Ma è il tema di apertura ad essere indissolubilmente legato alle atmosfere della serie televisiva. Qui il lavoro di Badalamenti è talmente ben riuscito, che la stessa melodia viene riutilizzata per un altro brano della colonna sonora, Falling. In questo caso, però, il brano non è strumentale ma cantato da Julee Cruise su testo di David Lynch.
Sappiamo tutti quanto la musica sia importante in Stranger Things. Molto spesso i brani già esistenti vengono inseriti all’interno della storia, colorandoli di un nuovo senso e di una nuova forza espressiva. Così, tra gli altri, brani dei Police, dei Clash, dei Toto e, ovviamente, di Kate Bush vivono una seconda giovinezza e addirittura tornano di moda a distanza di venti anni e più. Ma la colonna sonora di Stranger Things è fatta principalmente di musiche originali, composte fin dalla prima stagione, nel 2016, da Kyle Dixon e Michael Stein, componenti dei Survivors.
La loro ispirazione principale è evidentemente la musica elettronica degli anni Settanta, dai Tangerine Dream a Jean-Michel Jarre e via dicendo. E nonostante facciano musica negli anni Duemila, i due decidono di utilizzare solo suoni analogici, il che contribuisce alla caratteristica sonorità della colonna sonora. Qui, a differenza di Twin Peaks, i temi seguono le situazioni, non i personaggi. È il tema iniziale però ad attirare subito l’attenzione, come è giusto che sia. Qui c’è qualcosa che accomuna la musica di Stranger Things a quella di Twin Peaks, tanto che sul web si può trovare un mesh-up intitolato Stranger Peaks.
Non intendo annoiarvi con i tecnicismi di un arpeggio costruito su un accordo minore di sesta minore, che caratterizza entrambi i brani, ma sappiate che è proprio questa caratteristica compositiva a dare quel tipo di atmosfera misteriosa che li accomuna. Sembra proprio che la sigla di Twin Peaks abbia fatto scuola, creando una forte associazione fra un certo movimento musicale e una certa atmosfera. E Stranger Things ne è l’erede diretto.
Peaky Blinders, la famosissima e pluripremiata serie andata in onda la prima volta nel 2013, deve molto alla musica, a mio parere. Anche qui c’è un musicista, Martin Phipps, che ha scritto musiche originali: spesso si tratta di temi legati ai personaggi principali, dal sapore celtico ma interpretati con sonorità moderne. VI consiglio ad esempio di riascoltare la traccia Truce. Nelle stagioni successive, sono stati chiamati altri artisti a comporre le musiche originali, tutti britannici: Paul Hartnoll degli Orbital, Dickon Hinchliffe dei Tindersticks, Anthony Genn insieme a Martin Slattery, entrambi dei Mescaleros di Joe Strummer, e Anna Calvi per l’ultima stagione.
Ma la colonna sonora di Peaky Blinders include anche diversi brani già esistenti di artisti famosi, dai Radiohead agli Arctic Monkeys, dai White Stripes a PJ Harvey, dai Royal Blood ai Queens of the Stone Age, fino ai Black Sabbath e David Bowie. Tutte scelte che arricchiscono le scene e la trama di un valore aggiunto. Ma è senza dubbio Nick Cave, con i suoi Bad Seeds, a dettare l’atmosfera generale della serie, a partire dalla canzone scelta per la sigla, Red Right Hand. In realtà si tratta di un brano pubblicato dalla band nel 1994 nell’album Let Love In. Dalla sua pubblicazione, è stato utilizzato in più colonne sonore, tra cui i vari Scream e in un episodio di X-Files. Ciò nonostante, oggi la associamo tutti indissolubilmente alle atmosfere di Peaky Blinders. Qui il video ufficiale di Nick Cave and the Bad Seeds.
Partita ufficialmente nel 2017, Babylon Berlin è un’altra serie tv in cui la musica svolge un ruolo molto importante. Le musiche originali qui sono affidate a una coppia di musicisti che facevano parte della band di Nina Hagen: l’australiano Johnny Klimek e il tedesco Reinhold Heil. La produzione, inoltre, ha voluto creare una band, la Moka Efti Orchestra, con un esplicito riferimento al nightclub attorno al quale ruota gran parte della trama della serie. La band interpreta musica del periodo dell’ambientazione della trama, la fine degli anni Venti, in stile ragtime e klezmer
. A seguito del successo della serie, la Moka Efti Orchestra ha anche inciso un album e, a grande richiesta, ha fatto una tournée. Nella colonna sonora, però, sono incluse anche alcune canzoni dei Roxy Music, con Brian Ferry che compare verso la fine della prima stagione nella veste di un cantante di cabaret ed esegue Bitter-Sweet, in uno dei momenti musicalmente più alti di tutta la serie.
Game of Thrones, o Il trono di spade, non ha certo bisogno di presentazioni: è certamente una delle serie televisive più viste e che, dal 2011 in poi, ha ricevuto più premi in assoluto. Anche la musica però ha un ruolo tutt’altro che di secondo piano. Affidata a Ramin Djawadi, compositore tedesco di origini iraniane, la colonna sonora è un tutt’uno con la saga e soprattutto con i personaggi della serie. Djawadi, che già aveva creato le atmosfere sonore per diverse produzioni sia cinematografiche che televisive, scolpisce temi diversi per ciascun personaggio importante e per ciascuna casata, distinti da sonorità e dagli strumenti utilizzati per ognuno.
Questi temi, inoltre, vengono variati man mano che si susseguono le vicende dei personaggi, accompagnandoli nelle loro ascese e nelle loro cadute. Alcuni temi, invece, sottolineano le trame, aiutando non poco lo spettatore a orientarsi nel labirinto di vicissitudini descritte dalla serie. Questi temi saranno poi ripresi e variati anche per il prequel House of the Dragon, in cui a curare le musiche è sempre Djawadi. A volte nel Trono di spade ci sono dei cameo di musicisti che interpretano le canzoni di Djawadi, come nel caso degli islandesi Sigur Ròs nella quarta stagione.
Il lavoro di Djawadi in questa serie è a mio parere impeccabile, trasformando il sottofondo sonoro in un elemento di primo piano, in cui i temi si rincorrono e si riprendono, rimandandosi l’un l’altro. Un esempio è A Song of Ice and Iron, dove la melodia della musica d’apertura è ripresa dalla voce al posto del violoncello, su un testo in valiriano, la lingua inventata da George R.R. Martin, autore dei libri a cui si ispira la serie. Nel video vi propongo l’iconica musica di apertura.
È ancora Ramin Djawadi a curare le musiche per Westworld, serie tv distopica andata in onda dal 2016. Qui Djawadi scrive musiche originali, in particolare la sigla, che in qualche modo allude a una sorta di parco giochi con riferimenti al western. Ma le affianca a brani famosi moderni, dai Radiohead ai Nine Inch Nails, dai Metallica a David Bowie, dai Soundgarden ai Rolling Stones e ai Cure… La particolarità, però, è che Djawadi riarrangia tutte queste canzoni, adattandole all’atmosfera della serie. Capita così di vedere un pianoforte automatizzato all’interno di un saloon che suona una bizzarra versione di Black Hole Sun! Tanto per darvi l’idea del risultato, vi propongo nel video l’arrangiamento strumentale di Seven Nation Army dei White Stripes.
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