ROMA – Cosa dicono di noi i “peni” dei nostri avi? Questa la domanda che Javier Angulo, urologo dell’Università di Madrid, e Marcos Garcia, antropologo dell’università di Pais Vasco, si sono posti. Studiando le raffigurazioni del membro umano dal Paleolitico ad oggi sarà possibile comprendere di più come l’uomo moderno vive la sessualità ed il sesso.
Le antiche raffigurazioni di peni umani mostrano spesso decorazioni come linee e punti, lasciano supporre che fin dal Paleolitico i nostri ancestrali progenitori avessero ben chiara la distinzione tra la riproduzione come scopo dell’atto sessuale e il rapporto sessuale come celebrazione del piacere fisico. L’esaltazione del membro maschile attraverso tatuaggi e piercing era dunque un modo di definire la sessualità e celebrare il sesso nella cultura antica.
Il problema dello studio della sessualità nella preistoria nasce dal poco materiale raffigurante la forma umana nella preistoria, ma basando le loro ricerche sulle descrizioni di studiosi dal 1864 ad oggi hanno potuto analizzare almeno 60 reperti preistorici dalla forma fallica nell’arte europea paleolitica da un registro di 462 opere parziali.
Dunque il 42 per cento delle rappresentazioni analizzate possono essere considerate dei genitali maschili. Il 30 per cento di questi falli ha però attirato la curiosità dei due studiosi spagnoli, poiché decorati con intricati disegni, linee concentriche, disegni geometrici, punti e dalla forma davvero naturalistica. Secondo i due studiosi tali decorazioni “rappresentano probabilmente riproduzioni di scarnificazioni, tagli, piercing e tatuaggi” e costituiscono l’origine delle tendenze moderne di tatuaggi e piercing per i genitali.
Per Angulo e Garcia la tendenza a riprodurre opere raffiguranti organi genitali indica che “sessualità e procreazione fossero due aspetti complementari, ma differenziati nella mente, poiché le immagini possono essere considerate altamente erotiche a non affatto legate a caratteri riproduttivi”.
Non solo riproduzione, i nostri avi conoscevano il piacere del sesso ed erano aperti al gioco e all’erotismo, d’altronde lo stesso Garcia ha detto che “il sesso è una cultura” e comprendere la cultura sessuale dei nostri avi ci permetterà di comprendere meglio anche le evoluzioni della moderna cultura sessuale, influenzata da fattori sociali, religiosi e spesso da preconcetti personali.