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Slot machine, proibizionismo pericoloso: vince il crimine, perde lo Stato

di Marco Benedetto |19 Dicembre 2014 15:04

Slot machines, proibizionismo pericoloso: vince il crimine, perde lo Stato

ROMA – La crociata del vescovo di Nola, Beniamino Depalma, contro il gioco delle slot machines, ultima delle iniziative di sacerdoti e politici che rischia di scatenare una nuova e pericolosa forma di proibizionismo, si è estesa a tutti i comuni, 41, della sua Diocesi, a cavallo fra le province di Napoli, Avellino e Salerno.

I rischi del proibizionismo sono dimostrati dalla storia. Quando in America decisero di proibire l’alcol, chi voleva bere continuò a bere, solo liquori più scadenti, e fu un boom di gangster e delitti, mentre lo Stato ci rimise miliardi di dollari. Alla fine dovettero togliere il divieto, ma dopo anni di follie e tanti morti.

Le  parole  del Vescovo certamente fanno riflettere e accendono un faro sul problema di chi è entrato nel vortice, anche se il problema del gioco va oltre quello delle slot machine. Chi ha la passione del gioco, se non ha a disposizione una slot machine, comunque troverà il modo di giocare: lotto, totocalcio, tresette, scopone, roulette.

Mons. Beniamino Depalma parte da un dato di fatto, “lo sfogo di tante mamme, di tante mogli disperate”

e il suo appello è allargato agli operatori del settore del gioco, che lui chiama “venditori di fortuna”.

La definizione riflette l’attrazione che il gioco d’azzardo esercita in terre colpite dalla recessione, ad alto tasso di disoccupazione, dove per molto resta solo la speranza di una vincita al gioco. Anche se le slot machines sono uno spicchio del problema, ne sono diventate il simbolo, l’uomo che investe i suoi pochi soldi contro una macchina senza nome, in cerca di un po’ di fortuna.

Al fondo dell’iniziativa del Vescovo c’è il rischio che si mettano in moto spinte di carattere moralistico, religioso e emotivo che possono rendere la situazione più difficile da gestire e il fenomeno del gioco ancor più incontrollabile.

La spinta al gioco d’azzardo è innata nell’essere umano, senza distinzioni di sesso, latitudine e cultura. Non sono le slot machines a spingere la gente al gioco, ma è la voglia del gioco a spingere le persone verso nuove opportunità di vincita. Le slot machines sono solo una forma più moderna di altre “vendite di fortuna”, tradizionalmente il lotto e la schedina.

Se la crociata contro il gioco evolve in forme di proibizionismo, non sarà certo il gioco a essere contrastato. Saranno solo spostati i giocatori da locali sotto il controllo del pubblico e delle forze dell’ordine a locali dove si pratica il gioco clandestino, in mano alla criminalità organizzata. Alla fine la malavita trarrà il massimo del vantaggio mentre lo Stato vedrà sfumare fior di entrate e le possibilità di prevenire forme estreme di dipendenza saranno ridotte a zero.

 

 

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