Ci sono supereroi che ci meritiamo, altri che di cui faremmo a meno e pochissimi che sono indispensabili. Posaman è indispensabile. Il personaggio, uscito dalla mente brillante di Lillo – al secolo Pasquale Petrolo – parte da un’idea davvero, passatemi il termine, cialtrona ma che nella sua cialtronaggine è geniale.
Senza andare a scomodare genio assoluti come i Monty Python, la surreale comicità di Lillo (divenuto famoso nel duo Lillo & Greg) in un panorama di volgarità e battutacce è un respiro di aria fresca e salutare.
Prima di partire con la recensione, vale la pena di ricordare che, a differenza dei suoi più celeberrimi colleghi americani, il supereroe Posaman ha un bizzarro super-potere: fare le pose nei momenti meno opportuni. A cosa servono? A niente. Portano avanti la storia? Sempre. Ed è su questo che si basa la serie che, sulla carta, poteva essere un disastro come tutti gli sketch comici che fanno ridere giusto quei cinque minuti su Youtube ma che, portati in una narrazione più strutturata, si rivelano deboli e noiosi.
Tutto questo non accade nella serie tv Sono Lillo che porta allo spettatore una trovata surreale dopo l’altra e che tratta con estrema intelligenza argomenti anche profondi, senza però prendersi mai troppo sul serio ma, allo stesso tempo, senza banalizzare il tutto con una pernacchia o una battuta triviale.
Questo è stato possibile grazie a Matteo Menduni e Tommaso Renzoni che, insieme a Lillo, si sono occupati di soggetto e sceneggiature facendo un lavoro davvero eccezionale.
Già dalle prime sequenze ci si accorge che non siamo di fronte a una serie raffazzonata e girata con quattro soldi. Certo, non ci saranno budget faraonici a sostenere il progetto ma, ve lo assicuro, sono tutti soldi ben spesi ed Eros Puglielli, un regista a mio avviso troppo poco conosciuto, gira con talento e brio ogni singola scena. Le luci, il colore, i movimenti di macchina ci fanno subito scordare che stiamo vedendo una serie, in tutto e per tutto, italiana. E poi la sorprendente scelta musicale dove mai ci saremmo potuti aspettare di sentire una Raspodia in Blue in una serie del genere.
La storia, senza fare troppi spoiler, è molto semplice e vede Lillo protagonista di una autobiografia fasulla che, messo di fronte all’evidenza di essere un compagno infantile dalla sua storica fidanzata viene brutalmente lasciato in cinque minuti. Da lì inizierà una “seria” analisi di coscienza dove Lillo prova a cambiare snaturando quello che, in realtà, è la base del suo successo: essere un comico surreale irresistibile.
Lo shock dell’abbandono scatenerà nel protagonista una vera e propria battaglia contro se stesso, tutta interna, che avrà conseguenze sul mondo che lo circonda e sulle persone che gli sono vicini.
Il tutto, in una girandola di situazioni divertentissime, dialoghi ben scritti e cast – dove nessuno secondario e tutti sono bravissimi – strepitoso.
La serie è disponibile dal 5 gennaio sulla piattaforma Prime Video e, per i buoni propositi di inizio anno, il consiglio è di guardarla e di goderne ogni episodio perché non ci sono tanti prodotti italiani di questo livello e realizzati così bene.
Perché è una vera e salutare ventata di aria fresca, e una bella speranza, per il futuro della produzione italiana. In più, Lillo è nella sua forma più smagliante. Se già apprezzavate il personaggio come Stand up Comedian qui lo adorerete.
Se l’umorismo surreale non vi piace, probabilmente la serie non è per voi. Se già il personaggio non vi faceva ridere in altre situazioni qui troverete la sua comicità, portata a livelli ancora più monumentali, ancora più fastidiosamente presente.
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