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Terremoto Telegram, cosa succede dopo l’arresto a Parigi del fondatore Pavel Durov, da Putin a re del Dark Web

Giallo a Parigi: arrestato il miliardario Franco-russo Pavel Durov, 39 anni, golden boy dell’informatica, fondatore di Telegram, app di messaggistica con 900 milioni di utenti in tutto il mondo. La polizia francese lo ha arrestato sabato sera nel piccolo aeroporto Le Bourget di Parigi. Lo aspettavano da tempo e appena sceso da un volo proveniente da Baku (Azerbaigian) lo hanno ammanettato. È accusato di essere complice delle attività illegali che si svolgono sul suo social, visto che non collabora con le forze dell’ordine nelle indagini e nella rimozione di contenuti dannosi. In altri termini “mister Telegram” è accusato di proteggere attività illegali. È il caso di ricordare che, secondo Forbes, Durov è il 115esimo uomo più ricco del mondo con un patrimonio stimato di 15,1 miliardi di dollari.

Il magnate di Telegram al bivio

Pavel Durov, creatore dell’ App usata anche dall’Isis, è a un bivio: può tornare in libertà a condizione che fornisca dati utili all’inchiesta francese. Telegram, a differenza della rivale  rete WhatsApp, non collabora con la polizia e nemmeno con i governi. Telegram, nata nel 2013 per assecondare un mantra libertario, è riuscita ad attrarre politici e imprenditori desiderosi di riservatezza. La sua creatura viene usata dai dissidenti nelle dittature ma anche da criminali e pedofili. Durov è da tempo anche nel mirino dell’ Fbi. Madre francese, padre russo e infanzia italiana a Torino, ha raccontato pure di aver circa 100 figli biologici. Una clinica della fertilità lo ha definito, a suo tempo “donatore di sperma di alta qualità ed ha abbracciato un dovere civico”. Oggi su Telegram ci sono tv, giornali e capi di Stato, incluso Papa Francesco. Ma nessuno può dire di sapere cosa ci sia davvero nel magma di oltre 20 miliardi di messaggi scambiati ogni giorno.

Terremoto Telegram, cosa succede dopo l’arresto a Parigi del fondatore Pavel Durov, da Putin a re del Dark Web (foto Ansa) – Blitz Quotidiano

L’ombra del Cremlino, la difesa di Kennedy

Telegram è il principale strumento di gestione delle informazioni sulla guerra russa contro l’Ucraina. App usata sia da Mosca che da Kiev. Per i russi, quanto accaduto al fondatore di Telegram è una provocazione del mondo occidentale e parlano di ipocrisia nel campo della libertà di parola. Per gli ucraini Telegram offre la possibilità di spezzare una catena pericolosa che lega Durov al potere russo. Ha detto Dimitry Medvedev, presidente del consiglio di sicurezza russo: “Durov ha sbagliato a lasciare la Russia per diventare un global citizen. I nemici che abbiamo in comune lo vedono come un russo, pericoloso”. Lo difende (a distanza) Robert F.Kennedy junior, candidato alla Casa Bianca: “La necessità di proteggere la libertà di parola non è mai stata così urgente”.

Published by
Enrico Pirondini