Il testamento di Silvio Berlusconi presenta delle anomalie ed è impugnabile? “I primi due testamenti, quello del 2006 e quello del 2020, non presentano anomalie. L’ultimo invece, quello datato 19 gennaio 2022, ha diversi elementi che andrebbero approfonditi. Ci sono delle incongruenze che, in caso di controversia, potrebbero essere portate in tribunale”.
A parlare, intervistata dal Giorno, è una grafologa forense, Patrizia Giachin.
“Le più evidenti – dice Giachin – riguardano le parole “Dalle”, “Berlusconi”, “per”, “quello” e “papà”: dove compaiono tratti d’avvio e segni aggiuntivi che meriterebbero ulteriori e più approfonditi esami grafologici, magari analizzando gli originali. I segni presenti in queste parole, due ascendenti e due discendenti, con un netto segno geometrico, possono essere imputabili a un’indecisione o un’insicurezza, assolutamente non presente nella grafia degli altri due testamenti”.
“Altra grande differenza rispetto ai due documenti del 2006 e del 2020 – prosegue l’esperta – sono poi il numero 2, presente nell’intestazione, tracciato in maniera nettamente diversa. Ma la più evidente di tutte è la firma. Nei testi del 2006 e del 2020 la firma è ampia, molto più grande del resto del testo, con la S e la B molto larghe e marcate, nel documento del 2022 la firma si contrae in una sorta di sigla con solo una S seguita da una B e alcuni segni molto ristretti. La personalità che emerge da questa firma contrasta nettamente con quella che emerge dagli altri due testamenti”.
“L’altro elemento macroscopico – dice Giachin – riguarda la parola “milioni”. Che risulta scritta in tre diversi modi nel giro di sole tre righe. In particolare, spicca la netta differenza di dimensione e posizione di quella al punto 2, in riferimento alla donazione destinata a Marta Fascina”.
C’è poi un errore nella grafia del nome di Pier Silvio, scritto in una sola parola e con due esse. “Elemento molto insolito in un testamento – sottolinea la grafologa – perché un padre difficilmente sbaglia il nome del proprio figlio, soprattutto in un testamento”.
£Infine – rimarca Giachin – c’è sottolineare la grande anomalia rappresentata dalla parola “Dovreste”, indirizzata ai figli. “In questa parola – spiega l’esperta – la V è scritta in maniera completamente diversa dalle altre, qui è molto arrotondata e chiusa e inoltre la sillaba “Ste” risulta staccata da “dovre” come se fosse una nuova parola. C’è anche da rilevare la scelta grammaticale del modo condizionale, ancora una volta molto insolito per un testamento, dove generalmente l’estensore indica, si potrebbe dire ordina, agli eredi cosa fare”.
Fin qui, c’è da sottolinearlo, non sono emersi dissidi familiari.
Ma in caso di impugnazione?
“In quel caso – ammette Giachin – ci sarebbe parecchio lavoro per i consulenti grafologici, che dovrebbero effettuare analisi approfondite degli originali con indagini strumentali e comparazioni con altri testi autografi”.
“Le ipotesi – conclude la grafologa – in casi come questi, sono varie. Le più frequenti sono comunque la presenza di una persona terza al momento della scrittura del testamento, configurando quella che tecnicamente viene chiamata ‘mano guidata’, e la stesura del documento contro la volontà dell’estensore. Elementi che, se accertati, possono portare all’annullamento del testamento”.
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