Testosterone cala negli uomini over 55? Un gel ridà potenza e previene il cancro

Testosterone cala negli uomini over 55? Un gel ridà potenza e previene il cancro
Testogel: ogni dose una speranza di giovinezza

ROMA – Si chiama Testogel il gel che, spalmato sulle braccia, restituisce al vecchio la giovinezza. Presentato una decina d’anni fa dal settimanale americano Newsweek come il rimedio anti age, o anti invecchiamento, ideale, si sta diffondendo anche in Italia, dopo avere conquistato adepti in tutto il mondo.

Secondo l’Istituto preposto alla cura dell’invecchiamento del ministero della Salute americano,

“può essere” una cura efficace soprattutto per gli uomini il cui corpo, causa invecchiamento, produce poco o niente testosterone” e “può aiutare anche a mantenere un buon livello di forza muscolare, delle ossa e del desiderio sessuale”.

Meno garantito il risultato sugli uomini sani, anche se nelle palestre i culturisti sembrano farne un abbondante e benefico uso.

Chi lo ha provato, ne esalta gli effetti, che garantiscono risultati quasi in linea con le migliori vanterie di Berlusconi, anche due performance nella stessa giornata.

Lo ha scoperto, con la menopausa maschile o andropausa o, all’americana, “manopause”, Maria Novella De Luca di Repubblica:

“È l’elisir che scaccia la paura di invecchiare, il declino della forza fisica e mentale, il calo del desiderio. Il testosterone come ricetta di eterna giovinezza per il maschio che si affaccia ai 50 anni Negli Usa è l’antidoto più di moda, e anche in Italia l’ormone, sotto forma di gel, pasticche e iniezioni, potrebbe diventare presto una mania collettiva”.

In un lungo articolo sulla crisi da invecchiamento degli uomini e sui suoi rimedi, Maria Novella De Luca scrive:

“Si chiama “Low T” ed è la nuova ossessione maschile. Micro sigla per un macro significato. Neologismo made in Usa, ombrello linguistico per quella crisi di mezza età, 55-65, che sta cambiando la geografia fisica, affettiva e sessuale di uomini abituati a sentirsi giovani sempre, stanchi mai, potenti “for ever”. La sigla “Low T” vuol dire, semplicemente, basso livello di testosterone, e il testosterone è un fondamentale ormone maschile da cui dipendono forza, virilità, desiderio, benessere psicofisico, ma anche una positiva “aggressività” intellettuale. E dunque capacità di prestazione in ogni declinazione della vita. Accade però, naturalmente ma silenziosamente, che con il passare degli anni l’ormone della forza decada, si assottigli”.

Se ne sono accorti anche nelle redazioni delle riviste Time (Usa) e Spiegel (Germania) che al tema hanno dedicato la copertina-

Ma il rimedio ora c’è, come diceva una volta Carosello a proposito della calvizie:

“A cominciare dagli Stati Uniti, i farmaci al testosterone sotto forma di gel, pasticche o iniezioni, sono diventati una pericolosa mania collettiva. In America una vera e propria droga, pilotata da una pubblicità martellante che promette ai maschi che si affacciano ai cinquanta corpi scolpiti ed efficienza da trentenni.
“I numeri sono da brivido: ricette per il testosterone triplicate in due anni, giro d’affari di 2,5 miliardi di dollari nel 2013. Tanto che la Fda, Food and drug administration, ha lanciato l’allarme, visti i consumi macroscopici di steroidi, venduti addirittura senza ricetta nei supermercati. Da noi (per ora) il fenomeno è invece almeno nei numeri agli antipodi: per i farmaci a base di “T”, il fatturato non supera gli otto milioni di euro.
Ma la grande paura del “Low T” è in realtà il sinonimo (ulteriore) di quella crisi maschile iniziata nel secolo scorso e che forse oggi è al suo apice”.

Qui sembra tracimare un po’ di femminismo d’antan: in realtà una volta nessuno faceva caso ai vecchi, perché ce n’erano talmente pochi da non costituire un mercato. A 50 anni i più erano morti, tra fame stenti e guerre.
E anche qualche luogo comune da sinistra da salotto. La crisi del maschio

“trova risposta nella diffusione di quella farmacologia dei sentimenti che ad ogni disagio dà una soluzione chimica”.

Ancora una volta, almeno in apparenza gli uomini sembrano più fortunati delle donne anche se statisticamente vivono meno:

“Quello “scalino” che per le donne è ben codificato, coincide con la fine della fertilità, con un periodo più o meno lungo di incertezza esistenziale, disagi fisici, depressione e che si chiama menopausa”
trova corrispondenza dell’uomo over 55, età in cui una volta potevi anche andare in pensione.

I maschi però non sono preparati, sostiene un esperto, Fabrizio Quattrini:

“Quando iniziano a sentirsi deprivati della propria potenza avvertono il calo del desiderio, o capiscono di essere meno aggressivi sul lavoro, entrano in una crisi totale. Per molti però non è un problema di testosterone, ma dell’incapacità di accettare un passaggio della vita”.

Insomma il “low T” sarebbe più che altro una condizione esistenziale. Aggiunge Quattrini:

“Oggi tra i cinquanta e i sessant’anni agli uomini vengono chiesti impegni e performance da trenta-quarantenni. Ma il corpo cambia. E nemmeno il viagra che pure è stata un rivoluzione può ovviare a questo senso di “perdita” che molti avvertono”.

Emmanuele Jannini, docente di Endocrinologia e Sessuologia Medica all’università romana di Tor Vergata spiega:

“La menopausa maschile esiste, ma è qualcosa di molto diverso da quella femminile. Per le donne il calo degli ormoni avviene in modo repentino, drastico, la riduzione del testosterone invece è lenta, silenziosa. E in alcuni casi pericolosa. Per cui sarebbe fondamentale prescrivere dei farmaci che ne riportino il livello ai valori normali. Ma da noi il testosterone fa paura. È un retaggio culturale grave e arcaico”.

Aggiunge Jannini, che dirige anche la Società italiana di andrologia:

“I maschi italiani e latini sono tra i più ignoranti al mondo per quanto riguarda il funzionamento del proprio corpo. Così quando a cinquant’anni capiscono che qualcosa sta cambiando, che cala il desiderio sessuale, che iniziano ad ingrassare, entrano nel panico. Ma nessuno fin da ragazzi consiglia loro una vista dall’endocrinologo. Nella mentalità comune l’andropausa viene letta come sinonimo di impotenza… “.

C’è però ben di più:

“Quasi mai, agli uomini viene chiesto di misurare il loro tasso di “T”. Nessuno spiega che il deficit di questo ormone aumenta il rischio di cancro alla prostata. È evidente che laddove i dosaggi sono buoni è assolutamente dannoso aggiungere il testosterone, come avviene negli Stati Uniti. Dove però questo farmaco ha assunto la forma di un doping collettivo per esaltare le prestazioni. Ma se c’è un livello troppo basso è criminale, sì, proprio criminale non prescriverlo “.

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