Malato da tempo, è deceduto oggi a 80 anni Salvatore Cutugno in arte Toto Cutugno, cantautore nazionalpopolare di cui forse non si è apprezzata fino in fondo una reputazione che oltre confine italiani ha del leggendario
E del resto 100 milioni di dischi venduti nella sua lunga carriera stanno lì a dimostrarlo. Certo, in patria, Toto Cutugno è noto soprattutto per una canzone, una specie di manifesto, “L’Italiano”, di cui proprio nessuno di noi suoi connazionali può dire di non conoscere a memoria parole e musica.
“Laciatemi cantare…”, l’attacco memorabile ha spesso indotto i più a considerarlo il titolo. Era il 1983, l’italiano campione del mondo era avviato al decennio del riflusso, del disimpegno, dopo la sbornia politica e gli anni di piombio del decennio precedente.
Facile ora considerarlo un simbolo, di più, un’icona, un santino. Chi storceva il naso – presumibilmente maldisposto verso lo stereotipo esibito con orgoglio – lo associava a una imitazione di bassa lega del totem Celentano (cui pure aveva proposto la canzone e cui infine regalò successi come Il Tempo se ne va e Soli). Ma, Gramsci insegna, nazionalpopolare non è necessriamente un insulto.
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