Treviso: tutti a scuola in divisa. Crociata della preside contro griffe ed ombelico scoperto

«Divisa a scuola: un simbolo di democrazia». E’ questo lo slogan con cui l’istituto comprensivo di San Fior (Treviso) ha deciso di far indossare un’uniforme agli allievi delle medie. Da diverse settimane gli studenti siedono tra i banchi con una felpa e una maglietta per tutti identica. Cambia solo il colore: azzurra per i maschi, rossa per le femmine. Nessun capo firmato, nessun ombelico in vista.

«Il figlio dell’industriale e il figlio dell’operaio indossano così lo stesso vestito prescritto dalla scuola – si legge nel documento dell’istituto – E per lo meno a scuola non si assisterebbe più alla competizione fra alunni che hanno la maglietta griffata e i compagni che portano i vestiti dalla bancarelle. Non va sottovalutato che spesso i nostri ragazzi, stereotipati dai modelli dei media riproponendo scollature e ombelico in vista, reiterano uno stile tutt’altro che sobrio e consono all’ambiente educativo».

Non siamo in un college inglese con i ragazzini in blazer blu e le ragazzine con la gonnellina grigia, ma il principio è lo stesso e punta a uniformare gli studenti in classe, consolidare il senso d’appartenenza e livellare la condizione sociale. Dice la dirigente scolastica Loredana Buffoni: «La divisa risolve il problema dell’abbigliamento decoroso è un simbolo di democrazia e d’uguaglianza. Sviluppa un forte senso di identità, ma non solo. La divisa è un ottimo deterrente al bullismo e rappresenta una scelta di libertà, perché affranca ragazzi e genitori dal dover decidere ogni mattina cosa indossare, permettendo di avere più tempo ed energie da dedicare davvero a se stessi».

Quando a dicembre fu votato il provvedimento ci furono tre voti contrari e un astenuto, qualcuno chiedeva di fare un sondaggio tra i genitori prima di introdurre la divisa. Ma con la maggioranza del consiglio d’istituto e senza sondaggi è stata adottata e ora le iniziali titubanze sembrano svanite. «Gli scopi principali della divisa sono di rafforzare il senso di appartenenza a un gruppo e livellare la condizione sociale degli studenti – si aggiunge nel documento della scuola – La divisa fornisce una forma di uguaglianza durante l’attività scolastica sia tra studenti sia nei confronti degli insegnanti, talvolta i primi a discriminare di fronte all’apparenza».

Felpe e magliette polo sono stati acquistati, in parte grazie a un contributo di 4mila euro della banca della Marca e in parte con i soldi che i genitori versano nelle casse scolastiche all’inizio dell’anno per contribuire alle spese. Con le risorse raccolte, la scuola fornisce una felpa e una polo a ogni studente. Per garantire i necessari ricambi le famiglie devono pagare altri 12 euro per ciascuna felpa e 7 euro per la polo, che scendono a 6 per le taglie più piccole.

Gestione cookie