Negli ultimi anni, l’incidenza dei tumori all’intestino, in particolare del cancro al colon-retto, è cresciuta significativamente tra i giovani adulti. Questo preoccupante aumento è al centro di due studi condotti dai ricercatori dell’Università Flinders di Adelaide, in Australia, che hanno evidenziato un legame tra cattive abitudini alimentari e un maggiore rischio di sviluppare queste patologie. I risultati, pur non dimostrando un rapporto diretto di causa-effetto, forniscono ulteriori prove sull’importanza di un’alimentazione sana per la prevenzione di gravi malattie oncologiche.
I tumori gastrointestinali rappresentano un quarto delle diagnosi di cancro a livello globale e un terzo dei decessi correlati a questa malattia. Gli studi condotti dai ricercatori australiani, guidati dai dottori Zegeye Abebe e Yohannes Melaku, hanno analizzato le abitudini alimentari di migliaia di persone, identificando modelli dietetici associati a un rischio maggiore o minore di sviluppare tumori intestinali.
Tra i principali fattori di rischio emergono le diete ricche di alimenti ultraprocessati, carne rossa e lavorata, zuccheri raffinati e bevande alcoliche. Questi cibi sono stati correlati a un aumento del rischio di tumore colorettale fino al 16%. Al contrario, diete sane, ricche di frutta, verdura, cereali integrali, legumi e acidi grassi insaturi, sembrano ridurre il rischio fino all’8%.
Le diete insalubri sono caratterizzate da un consumo eccessivo di alimenti trasformati e di basso valore nutrizionale. Ecco alcuni degli alimenti più frequentemente associati a un maggiore rischio di tumore intestinale:
Questi alimenti non solo contribuiscono all’aumento di peso e all’obesità – un noto fattore di rischio per diversi tipi di cancro – ma possono anche influenzare negativamente la flora batterica intestinale. Il microbiota, un ecosistema di miliardi di batteri benefici che risiedono nell’intestino, gioca un ruolo cruciale nella salute generale e nella protezione contro le malattie croniche.
Al contrario, i cibi ricchi di fibre, grassi insaturi e antiossidanti sembrano proteggere l’intestino dai processi infiammatori che possono favorire la comparsa dei tumori. Tra gli alimenti protettivi evidenziati dagli studi:
I due studi australiani offrono un quadro chiaro di come le abitudini alimentari possano influire sul rischio di tumori intestinali. Nel primo studio, una revisione sistematica e meta-analisi di 30 ricerche precedenti, i ricercatori hanno confrontato due modelli alimentari distinti, identificandone l’impatto sulla salute intestinale. Nel secondo studio, utilizzando i dati dello studio multicentrico PLCO (Prostate, Lung, Colorectal, and Ovarian Cancer Screening), hanno analizzato specificamente l’impatto dei nutrienti sulla probabilità di sviluppare il cancro al colon-retto.
Nonostante i risultati promettenti, gli scienziati sottolineano che sono necessarie ulteriori ricerche per confermare le correlazioni emerse e per identificare i meccanismi precisi con cui la dieta influisce sulla carcinogenesi.
Un aspetto centrale emerso dagli studi è il ruolo del microbiota intestinale. Un’alimentazione sana può promuovere la crescita di batteri benefici che producono acidi grassi a catena corta, noti per le loro proprietà antinfiammatorie e protettive contro il cancro. Al contrario, diete ricche di zuccheri e grassi saturi favoriscono la proliferazione di batteri nocivi e l’infiammazione cronica, un fattore di rischio per numerose patologie, inclusi i tumori.
Mentre ulteriori ricerche sono in corso, alcune raccomandazioni possono essere adottate da subito per ridurre il rischio di tumori intestinali. Una dieta equilibrata, che privilegi cibi freschi e naturali rispetto ai prodotti ultraprocessati, rappresenta un punto di partenza fondamentale. Ridurre il consumo di carne rossa e alcol, incrementare l’assunzione di fibre e integrare grassi sani può fare la differenza nella prevenzione del cancro e nella promozione di una salute intestinale ottimale.
Uno degli aspetti più allarmanti di questi studi è il boom dei casi di tumore al colon-retto tra i giovani adulti, un fenomeno che fino a pochi decenni fa era rarissimo. Sebbene le cause esatte non siano ancora del tutto chiare, le cattive abitudini alimentari, unite a uno stile di vita sedentario e all’esposizione a inquinanti ambientali, sembrano giocare un ruolo cruciale. Questo trend evidenzia la necessità di sensibilizzare la popolazione più giovane sull’importanza di scelte alimentari consapevoli.