Un esame del sangue potrà predire diabete, malattie renali e Alzheimer
Tra le innovazioni più promettenti legate all’avvento di tecnologie avanzate e all’uso crescente dell’intelligenza artificiale (IA) emerge un esame del sangue sperimentale sviluppato dai ricercatori del Massachusetts General Hospital, che potrebbe rivoluzionare la diagnosi e la prevenzione delle malattie legate all’invecchiamento. Questo test, che analizza oltre 200 proteine, offre una nuova prospettiva sulla capacità di prevedere il rischio di sviluppare condizioni come diabete, malattie renali, Alzheimer e molte altre patologie comuni in età avanzata.
Il proteoma come indicatore dell’invecchiamento biologico
Il proteoma, l’insieme completo delle proteine prodotte da un organismo, è al centro di questa innovativa ricerca. Gli scienziati hanno ipotizzato che l’analisi del proteoma possa fornire un indicatore più accurato dell’età biologica rispetto ai tradizionali metodi basati sulla metilazione del DNA. L’età biologica, infatti, non sempre corrisponde a quella cronologica e può essere influenzata da una serie di fattori genetici e ambientali. Il test sviluppato dal team del Massachusetts General Hospital, attraverso l’uso di tecniche di apprendimento automatico, è in grado di analizzare il livello di oltre 200 proteine presenti nel sangue, offrendo una visione dettagliata di come il corpo invecchia a livello molecolare.
La ricerca dietro l’orologio proteomico dell’invecchiamento
Il cuore dello studio è stato l’analisi di un ampio campione di dati provenienti da 45.441 individui, di età compresa tra i 40 e i 70 anni, partecipanti alla UK Biobank, una delle più grandi banche dati sanitarie al mondo. I ricercatori hanno identificato 204 proteine che mostrano una forte correlazione con l’età cronologica, riuscendo a creare un modello predittivo che può essere utilizzato per valutare l’invecchiamento biologico di un individuo.
Questo modello, definito come “orologio proteomico dell’età”, permette di confrontare l’età cronologica con quella biologica, fornendo indicazioni sulla velocità con cui una persona sta invecchiando.
Per verificare l’affidabilità del modello, i ricercatori hanno esteso l’analisi ad altre popolazioni, utilizzando dati di 3.977 partecipanti dalla China Kadoorie Biobank e 1.990 dalla FinnGen Biobank. Queste ulteriori analisi hanno confermato l’efficacia del test anche su individui di diversa origine genetica e geografica, dimostrando che il modello è robusto e applicabile su larga scala.
Predire le malattie legate all’età e il rischio di mortalità
Uno degli aspetti più rivoluzionari di questo esame del sangue è la sua capacità di predire con alta precisione il rischio di sviluppare 18 malattie croniche legate all’età, tra cui malattie cardiache, diabete, malattie neurodegenerative come l’Alzheimer, cancro, malattie renali e polmonari. Inoltre, il test è in grado di stimare il rischio di mortalità per tutte le cause, offrendo un quadro completo della salute di un individuo e del suo potenziale futuro.
Secondo Austin Argentieri, ricercatore presso l’Analytic and Translational Genetics Unit del Massachusetts General Hospital e autore principale dello studio, la capacità predittiva di questo test è senza precedenti. La misurazione del “divario di età proteomico”, ovvero la differenza tra l’età biologica stimata attraverso l’analisi delle proteine e l’età cronologica, si è rivelata un indicatore estremamente accurato per la previsione di malattie e mortalità.
L’idea di utilizzare l’orologio proteomico dell’età come biomarcatore per valutare l’efficacia degli interventi preventivi è particolarmente interessante. Ad esempio, modifiche nello stile di vita, come dieta e attività fisica, potrebbero essere monitorate nel tempo per verificare se stanno avendo un effetto positivo sull’invecchiamento biologico di un individuo. Questo approccio potrebbe anche essere utilizzato per valutare l’efficacia di nuovi farmaci e terapie mirate, offrendo una misura più precisa del loro impatto sulla salute a lungo termine.
Verso una medicina personalizzata e accessibile a tutti
Un altro aspetto cruciale di questa ricerca è l’obiettivo di rendere il test proteomico accessibile a una vasta gamma di popolazioni globali. Come sottolineato da Argentieri, la convalida del modello su popolazioni diverse è essenziale per garantire che lo strumento sia efficace e applicabile a tutti, indipendentemente dal background genetico o geografico. Questo approccio inclusivo è fondamentale per sviluppare strumenti diagnostici che possano essere utilizzati su scala globale, contribuendo a ridurre le disparità sanitarie e a migliorare la qualità della vita a livello mondiale.
Nonostante l’entusiasmo e il potenziale rivoluzionario di questo esame del sangue, è importante sottolineare che il test è ancora in fase di sviluppo e non è ancora stato approvato per l’uso clinico. Sono necessari ulteriori studi e convalide per garantire che lo strumento sia affidabile e sicuro per un uso diffuso nella pratica medica.
Una delle sfide principali sarà quella di integrare questo nuovo approccio nella pratica clinica quotidiana, assicurando che i medici siano adeguatamente formati per interpretare i risultati e per utilizzarli nel processo decisionale. Inoltre, sarà fondamentale garantire che il test sia accessibile e sostenibile per tutti i pazienti, indipendentemente dalla loro posizione geografica o dalla loro condizione economica.
Claudia Montanari
Nata nel 1985 a Roma. Una laurea in lettere con indirizzo moda e comunicazione, sostengo che Roberto Rossellini, lo Stedelijk Museum, Naruto e Lena Dunham mi abbiano cambiato la vita. Da più di 10 anni lavoro come society journalist per ladyblitz e blitzquotidiano occupandomi di moda, lifestyle, salute, viaggi e bellezza.