Una recente scoperta potrebbe cambiare il modo in cui misuriamo l’invecchiamento e valutiamo il rischio di mortalità. Gli scienziati hanno sviluppato un metodo semplice e non invasivo che potrebbe prevedere il processo di invecchiamento e il rischio di morte tramite un semplice tampone orale. Questo nuovo strumento, chiamato CheekAge, si basa sull’analisi dei cambiamenti epigenetici nelle cellule della guancia per fornire preziose informazioni sulla salute e la longevità.
La scienza ha da tempo compreso che l’invecchiamento varia notevolmente tra le persone, con fattori genetici e ambientali che giocano un ruolo chiave. Tuttavia, fino a poco tempo fa, il monitoraggio dell’invecchiamento biologico richiedeva metodi più invasivi, come il prelievo di campioni di sangue. Ora, con CheekAge, un tampone non invasivo potrebbe essere sufficiente per raccogliere dati fondamentali sul nostro invecchiamento.
L’epigenetica è una branca della genetica che studia come i geni possono essere “attivati” o “disattivati” senza modificare la sequenza del DNA. In altre parole, l’epigenetica esamina come il nostro ambiente, le nostre abitudini quotidiane e persino le nostre esperienze influenzano l’attività genetica. Fattori come lo stress, la dieta, il sonno e l’uso di sostanze come l’alcol o il tabacco possono lasciare tracce misurabili sul nostro genoma, influenzando direttamente il modo in cui il nostro corpo invecchia.
Gli scienziati hanno utilizzato queste conoscenze per sviluppare strumenti chiamati “orologi epigenetici”, in grado di stimare l’età biologica di una persona basandosi sui cambiamenti epigenetici, in particolare sulla metilazione del DNA. Questo processo consiste nell’aggiunta di gruppi metilici alle molecole di DNA, influenzando quali geni vengono espressi e quali rimangono silenziati.
Fino a poco tempo fa, la maggior parte di questi orologi epigenetici richiedeva campioni di sangue per misurare i livelli di metilazione del DNA. Tuttavia, il nuovo strumento CheekAge sfrutta un approccio molto più semplice e accessibile: analizza i cambiamenti epigenetici delle cellule della guancia, offrendo un modo non invasivo per valutare l’invecchiamento biologico.
Lo sviluppo di CheekAge rappresenta un importante passo avanti nella misurazione dell’invecchiamento. Questo strumento è stato progettato per analizzare circa 200.000 siti di metilazione del DNA nelle cellule della guancia e collegare queste informazioni a un punteggio complessivo di salute e stile di vita. Questo punteggio fornisce una stima dell’invecchiamento biologico e del rischio di mortalità.
I ricercatori hanno condotto uno studio su una coorte di oltre 1.500 individui per testare l’efficacia di CheekAge nel prevedere la mortalità. I partecipanti allo studio erano monitorati nell’ambito del programma Lothian Birth Cohorts, un’iniziativa di ricerca presso l’Università di Edimburgo volta a esplorare il legame tra stile di vita, genetica e invecchiamento cognitivo. Utilizzando i dati di metilazione raccolti da campioni di sangue, i ricercatori hanno dimostrato che CheekAge poteva prevedere con grande precisione il rischio di morte, persino in un gruppo di individui anziani.
Uno degli aspetti più significativi dello studio è che, nonostante CheekAge fosse stato progettato per analizzare le cellule della guancia, ha dimostrato di essere altamente efficace anche quando applicato a dati epigenetici provenienti da altre fonti, come il sangue. Questo suggerisce che segnali epigenetici comuni relativi alla mortalità possono essere trovati in diversi tipi di tessuti corporei.
L’accuratezza di CheekAge nel predire la mortalità rappresenta un significativo passo avanti rispetto agli orologi epigenetici di prima generazione, che si basavano esclusivamente sui dati del sangue. In particolare, lo studio ha rilevato che un aumento di una singola deviazione standard nei punteggi di CheekAge era associato a un aumento del 21% nel rischio di mortalità per tutte le cause. Questi risultati indicano che CheekAge potrebbe essere uno strumento prezioso non solo per la ricerca accademica, ma anche per il monitoraggio della salute individuale.
Utilizzando CheekAge, potrebbe diventare possibile sviluppare strategie sanitarie personalizzate per rallentare il processo di invecchiamento e prevenire malattie legate all’età. L’accesso a un test così semplice e non invasivo potrebbe anche migliorare l’equità nella sanità, permettendo a un numero maggiore di persone di monitorare la propria salute in modo proattivo.
Uno degli aspetti più interessanti di CheekAge è il suo potenziale impiego nella medicina preventiva. Questo strumento potrebbe diventare un prezioso alleato per i medici nel monitorare l’invecchiamento dei pazienti e identificare in anticipo i rischi legati a malattie croniche e degenerative. Ad esempio, grazie alla sua capacità di rilevare cambiamenti epigenetici legati a fattori come il cancro, le malattie cardiache o l’osteoporosi, CheekAge potrebbe essere utilizzato per prevenire l’insorgenza di queste condizioni, consentendo interventi precoci e più efficaci.
I ricercatori hanno inoltre identificato specifici geni coinvolti nell’invecchiamento che potrebbero essere monitorati attraverso CheekAge. Tra questi, il gene PDZRN4, che sembra funzionare come un soppressore tumorale, e il gene ALPK2, associato alla salute cardiaca e al rischio di cancro. Questi marcatori genetici potrebbero diventare bersagli di nuove terapie mirate, aiutando a migliorare la qualità della vita con l’avanzare dell’età.
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