Usa, New Jersey. Un centro privato di riabilitazione detenuti è ”un inferno”

Pubblicato il 19 Giugno 2012 - 18:57| Aggiornato il 5 Luglio 2012 OLTRE 6 MESI FA

Il cortile del Bo Robinson Center

TRENTON, STATI UNITI – Il Centro di riabilitazione ‘Bo Robinson’ a Trenton, New Jersey, dovrebbe preparare i detenuti al loro reinserimento nella societa’, ma sopraffazioni, aggressioni, abusi sessuali, rapine e una vasta diffusione di droghe di tutti i generi lo rendono piuttosto ”un’inferno”, tanto che molti dei suoi ‘ospiti’ chiedono frequentemente di poter tornare in prigione, dove si sentono piu’ al sicuro.

E’ quanto emerge da una indagine condotta nell’arco di dieci mesi dal New York Times sul Centro, che e’ gestito da privati e dovrebbe rappresentare un nuovo, piu’ economico approccio alla gestione dei detenuti.

Per risparmiare, lo stato del New Jersey infatti rilascia con un certo anticipo dalle prigioni i condannati, affinche’ trascorrano un periodo di riabilitazione in centri come il ‘Bo Robinson’, al costo di circa 70 dollari al giorno invece dei circa 140 di una normale prigione. Nel Centro ‘Bo Robinson’i detenuti, fino a 900, non sono ospitati in celle, ma in grandi camerate, che hanno fino ad un massimo di 170 letti. Il risparmio è notevole.

Di notte le camerate  sono controllate da un paio di guardiani, che a volte, per paura, si rifiutano di spingersi oltre i corridoi. E’ come un grande penitenziario pieno di detenuti, anche violenti, ma senza la supervisione di personale adeguatamente addestrato, scrive il giornale, che tra le varie vicende racconta ad esempio quella di una detenuta che e’ stata violentata per settimane da una guardia di alto livello, la quale, quando la vicenda e’ infine venuta alla luce e’ stata licenziata, ma non ha subito alcuna conseguenza giudiziaria.

Il giornale riferisce anche di gang che imperversano nel Centro e anche che in diverse occasioni sono stati compiuti test antidroga, in cui fino al 73 per cento dei detenuti sono risultati positivi. Robert Mackey, vice presidente della societa’ che gestisce il Centro ‘Bo Robinson’ e diversi altri, ha riconosciuto che ”ci sono state cose sbagliate”, ma ha anche affermato che ”concentrarsi su alcuni eventi o rapporti di alcuni dipendenti che, secondo me, non sono rappresentativi di centinaia di dipendenti e’, io credo, fuorviante”.