Usa, settimana storica. Corte Suprema affronta controversa questione nozze gay

WASHINGTON, STATI UNITI – Il clima non e’ certo quello di quaranta anni fa, nel 1973, quando la sentenza sull’aborto della Corte Suprema degli Stati Uniti divise come non mai il Paese. Ma alla vigilia delle udienze in cui i giudici costituzionali dovranno decidere se dire si’ alle nozze gay, il braccio di ferro tra chi spera in una svolta storica e chi si oppone resta teso.

Da una parte chi urla per porre fine a una discriminazione, dall’altra chi considera il matrimonio solo quello tra uomo e donna. Sara’ la prima volta che la Corte Suprema si riunira’ per discutere sulla delicatissima questione, finora di competenza esclusiva dei singoli Stati. Una svolta propiziata dall’ altrettanto storica presa di posizione del presidente i Barack Obama, primo presidente Usa a scendere in campo a sostegno delle nozze gay. Con la sua amministrazione che, in vista dell’esame della Corte, ha preso posizione a favore di un cambio di rotta.

I nove ‘saggi’ si riuniranno prima martedi’ per avviare l’esame della controversa ‘Proposition 8′, la legge della California che con un referendum ha vietato alle coppie omosessuali di sposarsi, ascoltando una serie di pareri di esperti e di parti in causa. Poi mercoledi’ si aprira’ il dibattimento sul DOMA (Defence of Marriage Act), la legge federale che definisce il matrimonio esclusivamente come quello tra uomo e donna, impedendo cosi’ l’estensione dei diritti e dei benefici di legge alle coppie gay sposate.

La Corte – che dovrebbe pronunciarsi sui due casi entro giugno – potrebbe davvero scrivere la storia. Anche perche’ l’orientamento dell’opinione pubblica americana sembra decisamente cambiato rispetto a solo qualche anno fa. Tutti i principali sondaggi dicono che la maggioranza dei cittadini e’ ormai chiaramente a favore delle nozze gay. E cresce sempre piu’ il sostegno da parte di tante personalita’ del mondo della cultura, dello spettacolo, delle imprese. E anche della politica (l’ultimo ‘endorsement’ quello dell’ex segretario di Stato e probabile candidata alle presidenziali 2016 Hillary Clinton), con un numero sempre crescente di repubblicani che ha deciso -contro la linea ufficiale del partito – di appoggiare le nozze gay attraverso un vero e proprio manifesto.

Intanto il fronte del ‘no’ non si dà per vinto e si prepara a ‘marciare’ su Washington, con una grande manifestazione a difesa del matrionio ‘tradizonale’ la prossima settimana. Le aspettative della comunita’ omosessuale americana, pero’, sono enormi, anche se le conclusioni a cui arriveranno i giudici sono tutt’altro che scontate. L’attuale composizione della Corte, infatti, dice che la maggioranza dei ‘saggi’ e’ di estrazione conservatrice. Ma, come ha dimostrato la sentenza della Corte sull’Obamacare, dello scorso giugno, tutto e’ possibile.

Anche perche’ c’e’ l’incognita rappresentata dal giudice John Roberts, uno di quelli nominati da George W. Bush ma che a sorpresa voto’ a favore della costituzionalita’ della riforma sanitaria fortemente voluta da Obama e altrettanto fortemente avversata dai repubblicani e dall’allora candidato alla presidenza Mitt Romney. Il giudice Roberts, insomma, potrebbe ancora una volta risultare decisivo. Ma c’e’ ancora uno scenario. Gia’ da tempo si parla di un futuro a maggioranza democratica della Corte Suprema. I ‘saggi’ sono infatti nominati a vita ma, se qualcuno dei nove dovesse ritirarsi a causa dell’eta’, l’attuale presidente potrebbe essere l’artefice della Corte Suprema piu’ ‘liberal’ della storia americana. Si vedra’ da qui a giugno.

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