Usa, crisi. Sondaggio, continua a scendere l’indice della felicità

WASHINGTON, STATI UNITI – Scende per il terzo anno consecutivo l’indice della felicita’ per i cittadini gli Stati Uniti, generalmente tra i piu’ ottimisti al mondo: eppure il tasso nazionale di felicita’ – misurato dalla Gallup-Healthways in cifre tra 1 e 100 – ha toccato nel 2011 solo il 66.2. Un piccolo ribasso dal 2010, quando l’indice puntava la lancetta al 66.8, ma significativo del malessere ancora avvertito dopo l’esplosione della crisi economica nel 2008.

I fattori che sembrano incidere sull’indice di felicita’ a livello statale sono l’occupazione, i guadagni, il livello di educazione, l’incidenza dell’obesita’, del fumo e del crimine. Ecco allora che resistono con la palma di stato piu’ felice le isole Hawaii, dove non a caso la longevita’ e’ la piu’ alta degli Stati Uniti, con un aspettativa di vita pari a 81,5 anni, e le entrate medie delle famiglie si attestano sui 63,000 dollari l’anno.

All’estremo opposto e’ invece il West Virginia, stato piagato da una obesita’ che colpisce addirittura il 32.5% della popolazione, un livello di educazione tra i piu’ bassi ed entrate medie pari a 38,000 dollari annui.

Al secondo e terzo posto della classifica degli Stati piu’ depressi figurano quindi Kentucky e Mississippi, seguiti da una manciata di altri Stati prevalentemente del Sud.

Il benessere regna invece piu’ alto, dopo le Hawaii, in North Dakota – stato con il livello di educazione piu’ alto di tutta l’America – in Minnesota, e poi in Utah ed altre aree in particolare del Midwest e del West.

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