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Usa, vigilia di elezioni, da sinstra “Sfidare il capitalismo” di Bernie Sanders

Il 5 novembre negli Usa si terranno le Elezioni Presidenziali tra Biden -ammesso che rimanga il candidato- e Trump: forse l’appuntamento elettorale più atteso del 2024, se ne fa ovviamente un gran parlare. Bernie Sanders, icona della Sinistra americana, alimenta il dibattito con questo saggio corrosivo sull’America ed il capitalismo: il libro si chiama “Sfidare il capitalismo” ed è uscito in Italia nel gennaio di quest’anno.
 
Non fatevi ingannare dalle 420 pagine, difficilmente ne sentirete il peso, perché Bernie Sanders scrive in modo semplice e traduce la complessità delle tematiche che affronta in un linguaggio di immediata comprensione. Presidente in carica della Commissione Salute, Istruzione, Lavoro e Pensioni del Senato degli Stati Uniti, alla bella età di 83 anni, ci dimostra che potrebbe fare barba e capelli a chiunque lo volesse. E non è solo per la capacità di leggere con lucidità il presente ma soprattutto per la visione innovativa che ha del futuro.
 
Da questo punto di vista il saggio potrebbe diventare riferimento per una generazione di giovani che si sta battendo, in tutto il mondo, per la pace, per una società giusta, per l’ambiente e per i diritti; un po’ come è già capitato alle generazioni precedenti, quelle dei loro nonni, la forza che alcuni libri hanno di indicare la via da seguire.

MA NON è UN LIBRO GENERAZIONALE USA

Bernie Sanders durante un comizio nel 2020 in Illinois, Usa
Usa, vigilia di elezioni, da sinstra “Sfidare il capitalismo” di Bernie Sanders -Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

Ci sono tematiche al proprio interno che lo fanno essere trasversale, lo rendono adatto ad una riflessione che abbraccia le ragioni di tutti quelli che, al di là dell’età, ambiscono ad una vita più dignitosa. E l’America è il naturale spazio della battaglia politica di Sanders, il Paese nel quale è nato e cresciuto, dove in modo più evidente si riproducono i limiti di un übercapitalismo -così lo definisce- contro il quale le forze democratiche e progressiste hanno il dovere morale di schierarsi.

PREFAZIONE DI FAUSTO BERTINOTTI

Il libro si apre con una prefazione di Fausto Bertinotti, segue un’introduzione, e poi dieci capitoli.
 C’è tutta una parte iniziale nella quale Sanders racconta l’esperienza della sua campagna elettorale per la nomination presidenziale democratica del 2020. Sono queste le pagine dove la politica viene vissuta fin dentro al suo impegno più faticoso, quello quotidiano delle primarie, tra le difficoltà dettate dal Covid ed il tentativo di superarle utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalle nuove tecnologie.

È la sezione dove il lettore troverà le ragioni di un attivismo politico delle classi americane più deboli, reazione di una porzione sempre più cospicua di cittadini che vivono in condizioni precarie ma che non rinunciano ad utilizzare la politica come strumento democratico per il cambiamento.
 
“Se c’è un insegnamento da ricavare dalle tumultuose elezioni del 2020 e dal loro seguito ancora più turbolento”, scrive Sanders facendo riferimento all’assalto al Campidoglio del 2021, “è che dobbiamo essere molto più seri riguardo al mantenimento dell’infrastruttura di base della democrazia. Questa infrastruttura è forte nella misura in cui la rendiamo tale, e dovremmo avere sempre presente che in mezzo a noi ci sono figure totalitarie che vorrebbero distruggerla” (pagina 84).
 
Il riferimento a Trump è abbastanza chiaro, ma non è l’unico nemico della democrazia americana. Per Sanders c’è anche l’übercapitalismo. Su questo punto gira buona parte del libro, ed è forse l’aspetto più centrale. Sanders affonda nell’analisi senza tentennamenti, articola il suo punto di vista scendendo nel dettaglio di un modello economico che ritiene produttore di ricchezza per pochi e vite di scarto invece per milioni di persone.
 
“È ora di ripensare in modo radicale la nostra adesione a un capitalismo senza freni e risolvere i danni indicibili che questo sistema sta provocando a tutti quanti noi” (pagina 131).
 
Trattasi di una vera e propria chiamata all’impegno politico quella che Sanders fa più volte emergere dalle pagine: “se davvero intendiamo fare grande l’America, dovremo lottare per una nazione che abbia eliminato la povertà, la mancanza di un tetto sulla testa e le malattie della disperazione, dove il duro lavoro sia ripagato con salari degni e dove chi è troppo anziano o malato per lavorare sia protetto da una rete di sicurezza che garantisca che nessun americano sia indigente” (pagina 131).
 
L’übercapitalismo però non è l’unico problema. Quando si parla di Stati Uniti d’America diventa difficile escludere ad esempio il tema dell’assistenza sanitaria. Ed anche in questo caso Sanders non si nasconde, e sciorina -capitolo quinto- una serie di dati molto esplicativi dell’attuale situazione: 60.000 americani muoiono ogni anno perché non ricevono le cure di cui hanno bisogno quando ne hanno bisogno, 85 milioni di americani sono senza assicurazione sanitaria o sotto assicurati, nel 2019 l’aspettativa di vita era di 78,86 anni, in soli 3 anni, 2022,  è scesa a 76,6,  ovvero il calo più grande dal 1943, l’anno dei morti della Seconda Guerra Mondiale.

IL DESERTO INFORMATIVO NEGLI USA

E poi si va avanti con il problema dei media, al quale Sanders dedica il nono capitolo, denunciando “il grande deserto informativo” statunitense; i lavoratori, dentro al processo di deindustrializzazione, nell’inedito rapporto con “la nuova età delle macchine” -capitolo sette- ; i giovani, tra formazione, istruzione e democrazia -capitolo ottavo- ; ed infine il decimo, quello che Sanders intitola da combattente puro, “Questa è una guerra di classe, è ora di reagire”.
 
Il capitolo si apre con un incipit asciutto, breve, ma che dice molto: “Parliamo di politica. La politica vera. Non la politica di cui si parla su CBS, ABC, NBC, CNN e gli altri media commerciali”.
E la politica vera della quale scrive Sanders, diventa in questa ultima parte del saggio, un vero e proprio manifesto fondativo per una Sinistra americana che deve provare a rifondarsi: nuova classe dirigente dal basso capace di interpretare la guerra di classe tra le élite economiche ed i lavoratori, una nuova agenda politica, un programma chiaro per il cambiamento, e soprattutto un Partito Democratico nuovo, perché l’attuale “viene visto sempre più spesso come il partito degli americani meglio istruiti e più abbienti” (pagina 343).
 
Il messaggio che manda Sanders è chiaro: l’America è una forza mondiale in crisi, e questo è il tempo di una rivoluzione politica, fuori e dentro il Partito Democratico.
“Qui si tratta di una rivoluzione politica. Una rivoluzione politica che è nei desideri dei cittadini americani, come confermano tutti i sondaggi. Il pericolo per il Partito Democratico è non avere sufficiente coraggio. È essere troppo cauto. È ora, finalmente, che i democratici riconoscano che le buone politiche sono una buona politica. Sono buone per il partito. Sono buone per il paese. Sono buone per il mondo. Facciamole!”.
 
“Sfidare il capitalismo” di Bernie Sanders, Fazi editore, pp. 420, formato cartaceo €19,00, formato digitale €10,99.
 

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