Vendite giornali novembre 2022, un pelo sopra il milione, la grafica li ha uccisi, titoloni invece che notizie

Le vendite in edicola dei giornali italiani hanno registrato, nel mese di novembre del 2022, un altro 10% di calo, dopo il 9,5 di ottobre.

Se ci si vuole consolare, si fa il confronto con il novembre del 2021, quando il crollo fu del 12%. Ma ormai siamo ai minimi termini. Le percentuali raccontano solo una parte della storia. La sostamza è che in novembre si sono vendute 1.114.475 copie, meno delle 1.219.264 di ottobre (ma bisogna tenere conto della stagionalità) e delle 1.229.613 di un anno prima.

Ci sono un paio di giornali che crescono di poche migliaia di copie, tutti gli altri perdono terreno, in percentuali che vanno dal  5 al 20 per cento ma tutte caratterizzate dal segno meno.

Non sembra che nelle direzioni sia stato avviato alcun processo di autocritica. Noi siamo perfetti, il Fato ci è avverso.

Eppure basta confrontare la pulita e essenziale pagina on line di qualsiasi quotidiano con la ridondante pagina stampata della stessa testata per rendersi conto di come i giornali siano fuori dal tempo, se mai ci sono stati negli ultimi 20 anni.

Invece di pensare alla qualità dei contenuti (lingua italiana, precisione, accuratezza) i giornali hanno legato le loro sorti alla grafica, trascurando il fatto che uno dei giornali più belli del mondo, la rivista americana Life, ha chiuso i battenti nel 2007 schiacciata dalla potenza delle immagini in tv.

E ignorando la ragione essenziale della esistenza dei giornali: la diffusione delle parole. Altro che titoloni, altro che foto che si mangiano metà della pagina. Se voglio le immagini c’è Youtube. 

Facendo pulizia in questi giorni di vecchi ritagli di 20 anni fa, ho conservato le pagine di Herald Tribune e New York Times, dove l’equilibrio spaziale fra titoli, foto e testo esaltava la materia prima del quotidiano, la parola per l’appunto; ho buttato, infastidito dallo spreco e dalla incongruenza concettuale, le vecchie pagine di Repubblica e del Corriere della Sera. Poche righe di testo soffocate da titoloni e fotone rispondenti a una esigenza che non era quella di informare, missione basilare dei quotidiani. Al posto di quelle inutili immagini, di quei titoli spropositati, pensa quante notizia avrebbero potuto trovare posto.

Poi è arrivato internet, che non conosce limiti di tempo e di spazio, e siamo arrivati ai risultati che potete vedere sotto.

La tabella con le vendite dei giornali nel mese di novembre 2022