Stressati e mal pagati, per i veterinari rischio suicidio quadruplicato

Veterinari precari e stressati dai mali incurabili dei loro “pazienti” e più a rischio suicidio: è questa la fotografia scattata da uno studio della University of Southampton (Gb) e della Isfahan University of Medical Sciences (Iran) pubblicato sulla rivista ‘Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology’.

Fra questi medici, il tasso di suicidio è di circa quattro volte superiore a quello della popolazione generale e circa due volte superiore a quello delle altre professioni sanitarie. “Il lavoro del libero professionista veterinario, come quello di tutti i lavoratori autonomi – spiega all’Adnkronos Salute Marco Melosi, vicepresidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) – espone al rischio di malattie professionali causate da stress, carico di responsabilità individuali, certamente acuite, nella nostra professione, anche dall’incertezza del reddito. Nel caso del veterinario, come dei medici che hanno in mano delle vite, è senz’altro possibile attraversare fasi dolorose per l’insuccesso terapeutico in animali incurabili. Anche per questo l’eutanasia è una soluzione che il veterinario intraprende con sofferta decisione”.

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