Benvenuti in questo viaggio nel Rock in Opposition in 10 album. Allacciate bene le cinture di sicurezza, e parlo soprattutto per coloro che viaggiano verso l’ignoto! Sono certo infatti che molti di voi non conoscono bene la produzione del Rock in Opposition e magari sono capitati qui incuriositi.
Se rientrate in questa categoria di lettori, siete avvisati: state per essere esposti a un tipo di musica che potrebbe cambiare per sempre la vostra concezione della musica.
Chi invece già conosce il Rock in Opposition potrà trovare qui anche qualche proposta recente che potrebbe essere sfuggita ai suoi radar. Il Rock in Opposition, più che un genere vero e proprio, è un luogo metaforico, uno spazio destinato a includere le sperimentazioni musicali più moderne, più estreme.
Qui le mescolanze di generi e stili più inaudite, le “nuove musiche”, aprono le orecchie a esperienze mai esplorate prima, abbattendo ogni distinzione tra musica popolare e musica colta.
Nel 1978, a Londra, venne organizzato un festival, chiamato appunto “Rock in Opposition”. Promotori dell’iniziativa erano gli Henry Cow, una band che già all’epoca sperimentava, si apriva all’improvvisazione, strizzando l’occhio alla composizione della musica contemporanea.
L’intento del festival era far conoscere cinque band “che l’industria discografica non vuole farvi ascoltare”, molto diverse fra loro, ma accomunate dall’opposizione all’industria discografica. Oltre agli Henry Cow, parteciparono gli italiani Stomry Six, gli svedesi Samla Mammas Manna, i belgi Univers Zero e i francesi Etron Fou Leloublan.
L’evento fu un successo e i gruppi decisero di creare una sorta di consorzio, dal nome Rock in Opposition (RIO) per favorire la circolazione di un certo tipo di musica in Europa. Stabilirono di lasciare aperta la possibilità di aderire a questo collettivo, purché ci fosse un atteggiamento genericamente rock, sperimentazione (che spesso era sinonimo di improvvisazione) e una fiera opposizione alle logiche mainstream dell’industria discografica.
Entrarono così nel collettivo anche gli Art Zoyd, band da cui erano nati gli Univers Zero, gli Art Bears, nati dalla fusione di membri degli Henry Cow con membri degli Slapp Happy, e gli Aksak Maboul, dal Belgio.
Un secondo festival venne organizzato nel 1979 in Italia dagli Stormy Six, oltre a numerose tournée dei vari gruppi che componevano il collettivo. Ma per la fine del 1979, l’esperienza Rock in Opposition era già terminata, per divergenze di opinioni fra le varie band.
Questo, a rigore, è ciò che può essere definito Rock in Opposition: un’esperienza di autoproduzione, più che un genere musicale.
Eppure il termine è stato utilizzato in seguito per indicare alcune forme di cosiddetto “art rock” o rock di avanguardia, soprattutto quando contiene elementi di composizione contemporanea, improvvisazione e, perché no, lo zampino degli artefici del movimento RIO.
“Rock alternativo”, “art rock”, “rock di avanguardia”… sono tante le definizioni di sedicenti generi musicali talmente vaghe e generiche da non poter effettivamente indicare nulla di omogeneo.
Rock in Opposition sembra essere un’altra di queste etichette non definite. Eppure ciò è vero solo fino a un certo punto. Certo, secondo quanto abbiamo detto prima, potremmo far rientrare nel genere anche Frank Zappa, John Zorn, i Cardiacs o i Residents. O ancora, potremmo pensare a esperienze, effettivamente più vicine, come quella dei Magma e gran parte del progressive di avanguardia, dai Picchio dal Pozzo agli americani Sleepy Time Gorilla Museum, ai belgi dEUS.
Tutte band che vi consiglio caldamente di ascoltare! Ma il loro riferimento principale sembra essere l’ambito progressive e la loro ricerca sembra spingere per un ampliamento dei suoi confini.
Oppure, come nel caso dei Magma, manca l’aspetto improvvisativo o l’inclusione delle atmosfere della musica contemporanea (come nei Cardiacs). Insomma, non è facile definire i confini del Rock in Opposition in quanto genere, ma non è arduo capire quali produzioni difficilmente ci possano rientrare.
Ciò che è davvero difficile è reperire informazioni sulle band che portano avanti questo genere di sperimentazione e addirittura ascoltarle. Anche il web è piuttosto avaro in merito.
Ma se siete abbastanza curiosi da andare a ricercare in questo universo musicale parallelo, vi consiglio di consultare il catalogo della Recommended Records, etichetta discografica indipendente fondata da Chris Cutler, batterista degli Henry Cow.
Anche il catalogo della Cuneiform, etichetta indipendente americana specializzata in musiche sperimentali dal Canterbury all’avanguardia, ha accolto alcune produzioni esplicitamente RIO. Intanto, passiamo ad alcune menzioni speciali che non hanno trovato spazio nell’elenco che segue.
Gli Art Zoyd sono ad esempio un gruppo francese fondato nel 1969, ben prima che si cominciasse a parlare di RIO, che si autodefiniva una “unità” di progressive di avanguardia. Da una loro costola nacquero gli Univers Zero, tra i principali artefici del Rock in Opposition, movimento nel quale in seguito entrarono anche gli Art Zoyd.
Hanno collaborato con numerose realtà sperimentali, fra cui i Gong di Pierre Moerlen. Il loro album live Et avec votre esprit – La forêt de samplers del 2021 è un ottimo esempio del tipo di musica prodotta dalla band.
Un ascolto certamente impegnativo, da affrontare con la curiosità di un esploratore musicale. Membro degli Art Zoyd dal 1975 al 1997, Thierry Zaboitzeff ha poi realizzato diversi progetti di ricerca estrema sotto diversi nomi. Molto interessanti, a mio avviso, sono le produzioni sotto il nome di Dr.Zab & His Robotic String Orchestra, volume I e II.
Qui il polistrumentista francese esplora le possibilità elettroniche inserendo molti elementi di composizione contemporanea, cimentandosi anche con alcune cover dei Beatles!
Altro gruppo belga associato al RIO sono i Present, derivazione degli Univers Zero. In Canada, invece, troviamo i Miriodor, band di progressive che fonde jazz, prog e musica da camera: attivi dagli anni Ottanta, nel 2022 hanno pubblicato l’album Elements.
In Inghilterra, invece, fra le realtà più recenti troviamo i Guapo, band strumentale per molti versi vicina al RIO, che vede alla chitarra Kavus Torabi, già membro dei Cardiacs e oggi dei Gong.
Ma merita una menzione anche la produzione di Peter Blegvad, ex Slapp Happy e stretto collaboratori dei membri degli Henry Cow, che ha intrapreso una carriera cantautorale da solista. Nel 1995 pubblica Just Woke Up, album in cui la partecipazione di John Greaves e Chris Cutler, entrambi ex Henry Cow, si fa decisamente notare negli arrangiamenti.
Dallo scioglimento degli Henry Cow dopo le collaborazioni della band con gli Slapp Happy, nascono gli Art Bears, con Chris Cutler e Fred Frith degli Henry Cow e Dagmar Krause degli Slapp Happy, oltre a collaborazioni con Peter Blegvad e altre figure della scena RIO.
Il loro secondo album, Winter Songs, viene pubblicato nel 1979. Grazie soprattutto al grande lavoro di Annie Barbazza e del suo produttore Max Marchini, il Rock in Opposition oggi vive ancora in molte forme anche in Italia: è qui ad esempio che ha preso forma il progetto Henry Now, che vede di nuovo insieme Chris Cutler, John Greaves, Fred Frith e Tim Hodgkinson degli Henry Cow, insieme alla stessa Annie Barbazza o altri collaboratori.
Il collante sembra essere sempre l’improvvisazione, che per molti di loro è stato un campo di ricerca importante negli ultimi trenta anni: in particolare, Frith e Hodgkinson sono stati tra i principali animatori della rete di “improvvisazione radicale” europea negli anni Novanta.
Infine, una menzione speciale la riservo anche per i Faust, band storica del krautrock, che però nella sua nuova incarnazione, dopo il 2015, ha cambiato completamente pelle con l’inserimento di Amaury Cambuzat, proveniente dagli Ulan Bator, e dell’art-errorist Jean-Hervé Peron, oltre a sporadiche collaborazioni con Chris Cutler alla batteria.
Non si può parlare di Rock in Opposition senza parlare degli Henry Cow e dei singoli componenti della band, sempre estremamente attivi negli ambiti di ricerca musicale più all’avanguardia. Gli Henry Cow esordiscono nel 1973 con l’album Leg End. Cercano logiche alternative a quelle della musica mainstream e si rivolgono alla musica contemporanea e all’uso di strumenti atipici per il rock. Inseriscono nell’ensemble l’oboista Lindsay Cooper. Gran parte della loro ricerca musicale si incentra sull’improvvisazione, così pubblicano due album in collaborazione con un’altra band di avanguardia, gli Slapp Happy della cantante Dagmar Krause. Desperate Straights, del 1975, è il secondo di questi album.
Contiene tracce memorabili, ancora oggi rivisitate da artisti come Annie Barbazza: Bad Alchemy, War e soprattutto la suite Beautiful as the Moon, Terrible as an Army with Banners. Nel video un raro filmato di un’esecuzione live della prima parte della suite, nel 1976, con Dagmar Krause alla voce.
Altra figura centrale del panorama del RIO è Franco Fabbri, unico elemento stabile degli italiani Stormy Six. Chitarrista, sperimentatore e musicologo, Franco Fabbri è stato promotore del secondo festival Rock in Opposition a Milano nel 1979, ed è tra i fondatori, insieme anche a Chris Cutler, della International Association for the Study of Popular Music, con sede a Liverpool, di cui è stato presidente tre volte.
Gli Stormy Six hanno attraversato diverse fasi nella ricerca della propria identità musicale, iniziando come band pop rock psichedelica, passando poi alla canzone popolare di protesta, fino ad approdare al Rock in Opposition.
Hanno collaborato con molti artisti italiani e internazionali, da Claudio Rocchi a Eugenio Finardi, fino ovviamente ai vari componenti degli Henry Cow. Macchina elettronica è il loro settimo album, pubblicato nel 1980.
Nominato album dell’anno in Germania davanti ai Police, è considerato una pietra miliare del RIO e vede la partecipazione di Georgie Born, già Henry Cow, al violoncello. Megafono è la quarta traccia dell’album.
Gli svedesi Samla Mammas Manna sono il perfetto esempio di come il Rock in Opposition sia un ambito che accoglie musiche molto diverse fra loro.
Muovendosi tra folk tradizionale e improvvisazione, hanno trovato il prog come terreno fertile per la propria sperimentazione, partecipando al primo festival e al primo nucleo del RIO. Schlagens mystik, pubblicato nel 1978, è un doppio vinile, con un primo disco più “burlone” e legato al folk, e il secondo più sperimentale e improvvisativo.
Per mostrarvi la varietà dell’universo Rock in Opposition, ho scelto la seconda traccia del primo vinile, Arstidsvisan.
Anche i belgi Univers Zero fanno parte dei cinque gruppi della prima incarnazione del RIO. Fondati dal batterista Daniel Dens come costola degli Art Zoyd, sono stati inizialmente molto influenzati dai Magma di Christian Vander.
Hanno però poi trovato la propria identità in un prog strumentale fortemente influenzato dalla musica da camera del Novecento, da compositori come Bela Bartok e Stravinskij. Elemento importante degli Univers Zero è stato Thierry Zaboitzeff, prolifico autore anche da solista. La band è tuttora attiva: l’ultimo album degli Univers Zero è Lueur del 2023.
Io qui ho scelto invece Ceux du Dehors, album del 1981 che può rappresentare un ottimo ascolto per chi si avvicina per la prima volta al RIO. La traccia di apertura Dense nel video è eseguita live in un festival del 2005.
Il quinto gruppo della prima ondata di Rock in Opposition sono i francesi Etron Fou Leloublan. Una band molto interessante e sperimentale, dalle sonorità spesso meno seriose rispetto a Univers Zero e Henry Cow.
Il loro ultimo album Face Aux Elements Dechainés è del 1985. La seconda traccia Tous les poussent è scritta da Fred Frith degli Henry Cow e ci presenta un’ulteriore sfaccettatura dell’universo RIO.
Polistrumentista e sperimentatore, John Greaves è stato bassista negli Henry Cow, per poi proseguire le sue ricerche sonore da solista. Be’, in realtà di solito collaborando con diversi altri musicisti che orbitano intorno all’area Rock in Opposition… Kew Rhone è un album pubblicato da Greaves nel 1977, con la collaborazione di Peter Blegvad, ex Slapp Happy, e Lisa Herman, artista americana che in seguito avrebbe fondato una band più orientata al pop, i Longhouse.
Nel video un’esecuzione dal vivo della quarta traccia Kew Rhone nel 2017, con John Greaves al piano, accompagnato alla voce da Annie Barbazza.
Chitarrista negli Henry Cow, Fred Frith ha sempre caratterizzato il suo stile con la sperimentazione, inventando nuovi modi di produrre suoni con il proprio strumento.
La sua ricerca si è sempre rivolta all’improvvisazione e ad uno sguardo nuovo al concetto di melodia. Gravity, pubblicato nel 1980, vede come band di supporto i Muffins, un gruppo americano influenzato da Henry Cow e Soft Machine, e alcune collaborazioni di musicisti dei Samla Mammas Manna, oltre al solito Chris Cutler. Don’t Cry for Me è la terza traccia dell’album.
Gli Aksak Maboul sono un gruppo belga di sperimentazione nato alla fine degli anni Settanta. Dopo i primi due album, negli anni Ottanta il gruppo cessò l’attività, per poi riprenderla solo nel 2010.
Il loro ultimo album è stato pubblicato nel 2023, ma qui io vi propongo il loro secondo album, Un peu de l’ame des bandits, del 1980, con la partecipazione degli ex Henry Cow Chris Cutler e Fred Frith. La traccia di apertura è A Modern Lesson.
Arriviamo a tempi più recenti, con una band americana dal nome tanto strano quanto la loro musica! Il nome in realtà sembra derivare dalla firma di un graffitista americano.
I 5uu’s nascono negli anni Ottanta e creano, insieme ai Thinking Plague e agli Hail, una versione americana del RIO. Il loro primo album, Bel Marduk & Tiamat, del 1986, è prodotto dalla Recommended Records di Chris Cutler. Hunger Teeth è invece del 1994 e vede la collaborazione di alcuni componenti dei Thinking Plague. Equus è la decima traccia, nel video eseguita dal vivo nel 1995.
Per concludere, vi propongo una band che molti di voi non conosceranno, ma che vale assolutamente la pena scoprire. Francesi, formati nel 2004, i Jack Dupon sono stati descritti come degni eredi di Frank Zappa, King Crimson e Gong…
Nonostante facciano più riferimento alla forma canzone che alla composizione contemporanea, un po’ come era accaduto per gli Art Bears, gravitano da tempo nell’area del Rock in Opposition. Il loro sound è caratterizzato da un grande uso di effetti e da parti di improvvisazione estremamente creative. Il loro ultimo album, fresco di stampa perché pubblicato nel 2024, si intitola Toucan. La seconda traccia, Zombie, nel video è proposta dal vivo in studio.
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