Vietato trattare i cani come membri della famiglia. Questa la decisione del governo nordcoreano sul trattamento riservato agli amici a quattro zampe tra le mura domestiche. “Trattare un cane come un membro della famiglia, che mangia e dorme con la famiglia, è incompatibile con lo stile di vita socialista e deve essere rigorosamente evitato” per Pyongyang.
“La pratica di vestire i cani come se fossero esseri umani, di mettere graziosi nastri tra i loro capelli, di avvolgerli in una coperta e di seppellirli quando muoiono è un’attività borghese. È uno dei modi in cui le persone ricche sprecano denaro in una società capitalista”, fa sapere in un messaggio l’Unione socialista delle donne coreane, comunicando alle sue associate il pensiero del regime di Kim Jong-un.
Secondo quanto racconta il Daily NK, un quotidiano della vicina Corea del Sud, l’Unione socialista delle donne coreane avrebbe specificato: “I cani sono fondamentalmente carne che viene allevata all’aperto secondo la loro natura e poi mangiata quando muoiono. “Pertanto, tale comportamento è totalmente antisocialista e deve essere rigorosamente eliminato”.
Per Greg Scarlatoiu, direttore esecutivo del Comitato per i diritti umani nella Corea del Nord (HRNK) si tratta di un decreto “ridicolo”: “Il regime di Kim criminalizza comportamenti normali, tra cui visitare un parente in un villaggio vicino senza permesso di viaggio, attraversare il confine senza l’approvazione del regime o possedere un libro religioso. L’attuale giro di vite sul possesso di cani da compagnia come comportamento non socialista, un tentativo di spezzare il legame multimillenario uomo-cane mediante decreto ideologico, è il riassunto di un’interdizione ridicola”.