Woosic, falegnameria sociale musicale a Bari: accoglienza, lavoro e recupero come base dell'integrazione Woosic, falegnameria sociale musicale a Bari: accoglienza, lavoro e recupero come base dell'integrazione

Woosic, falegnameria sociale musicale: accoglienza, lavoro e recupero come base dell’integrazione

Woosic, falegnameria sociale musicale a Bari: accoglienza, lavoro e recupero come base dell'integrazione
Woosic, falegnameria sociale musicale: accoglienza, lavoro e recupero come base dell’integrazione

BARI – Creare un modello che possa integrare accoglienza, opportunità lavorative e recupero di oggetti inutilizzati e apparentemente inutilizzabili. Di più, cercare di creare un modello di business che possa essere funzionale all’integrazione di immigrati nel tessuto sociale ed economico attraverso la specializzazione di abilità artigianali dei singoli. Un progetto ambizioso, forse possibile, sicuramente interessante per l’associazione “Il ruggito della gru“. 

Il progetto si chiama “WOOSIC – Falegnameria sociale musicale” e il fine ultimo è quello della realizzazione di un service audio gestito da migranti. L’altro obiettivo è la creazione di una falegnameria sociale per autocostruzione casse acustiche. I due obiettivi, come è facile intuire, sono intrecciati: è attraverso la creazione di una struttura stabile (la falegnameria) che si può gestire ciò che verrà fabbricato (il sound system) nel tempo. 

Ma perché proprio la scelta dei migranti? Viene fuori la valenza sociale del progetto ed è importante contestualizzarlo anche geograficamente: siamo in Puglia, terra di accoglienza, in cui spesso il migrante è sinonimo di sfruttamento e caporalato. Infatti, nel manifesto di intenti dell’associazione, c’è un chiaro riferimento alla legalità: “Combatteremo, attraverso impegno e autodeterminazione, le mafie, il caporalato e il lavoro nero che spingono i lavoratori in catene di sfruttamento pericolose e spietate”.

Da gennaio 2020 è partita la fase operativa di WOOSIC, a Bari nella sede Spazio13. Ecco cosa faranno i partecipanti, sempre spiegato dai responsabili del progetto: “Faremo tutto questo attivando un percorso di formazione teorico/pratico in ambito ebanistico, fornendo competenze tecniche per la costruzione di casse acustiche e settaggio/cablaggio impianti, costruendo un service audio che sarà gestito dai beneficiari per l’amplificazione di eventi musicali o culturali e ponendo le basi per la costruzione e vendita di impianti sonori autocostruiti”.

Alla fine del percorso, dunque, le opportunità lavorative per questi migranti saranno sviluppate su due livelli: quelle immediate (la gestione del service audio da loro stessi costruito) e quelle future (lo sviluppo di competenze professionali che potranno essere sfruttate anche successivamente).

Ultimo, ma non per importanza, il discorso sul recupero del materiale in disuso: attraverso la creazione di una “Banca del dono“, il Ruggito della Gru invita aziende o privati a donare alla comunità materiale destinato a non essere più utilizzato. Ma che, se recuperato, potrebbe tornare a nuova vita.

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