ROMA – Ziki Paki ziki Pu è una delle canzoni che oggi tornano di attualità in tempi di bunga bunga da un lato, e di razzismo strisciante dall’altro. La canzone, scritta da Mascheroni e ripresa anche nel dopoguerra da artisti del calibro di Narciso Parigi, Nicola Artigliano, da Paolo Poli e dai Gufi è uno dei testi tra i più razzisti e maschilisti che si conoscano tra le canzoni popolari italiane.
Siamo nell’epoca della conquista dell’Abissinia ed il disco, che potrebbe essere tranquillamente trovato all’interno di qualche collezione di dischi a 78 giri magari in qualche vecchia casa di campagna, all’epoca non apparve assolutamente essere un testo razzista e ricco di doppi sensi. Probabilmente in pochissimi si accorsero di quello che il “Ziki Paki ziki Pu” parlava. Ecco il testo:
Ziki-Paki era nata fra gli indù,
era figlia del gran capo di laggiù.
Bella bajadera, piccola e leggera,
somigliava al padre Ziki-Pu.Ma un bel giorno, non so proprio come fu,
Ziki-Paki s’è trovata a tu per tu
con un tipo strano, era un italiano:
Ziki-Paki non ci vide più.
Disse: “Tu, proprio tu,
o mi baci oppur lo dico a Ziki-Pu”.Ah, Ziki-Paki o Ziki-Pu,
l’italiano non ci stette a pensar su.
Se la prese per la mano,
la condusse più lontano
sotto un albero, laggiù:
“Dimmi il tuo nome, o bella indù”.
“Ziki-Paki sono e non scordarlo più!”.
E per meglio ricordar,
tosto lui si mise a far
“Ziki-Paki, Ziki-Paki, Ziki-Pu!”.L’italiano spesso si recò laggiù
a trovar la bella figlia dell’indù.
Ma l’ardore passa, lei divenne grassa,
Ziki-Paki lui non vide più.
Ma in sua vece un giorno venne un grosso indù
con un bel marmocchio di color caucciù.
“Questo signorino esser tuo bambino.
Presto, fila e non tornare più!”.
E il caucciù, come fu,
somigliava tutto al nonno Ziki-Pu.Ah, Ziki-Paki o Ziki-Pu,
l’italiano non ci stette a pensar su.
Se lo prese piano piano,
lo portò lontan lontano
al paese suo laggiù.
Appena giunto, disse:“Orsù,
dopo tutto è un italiano che c’è in più”.
E a chi stava a domandar
rispondeva: “Fu per far
Ziki-Paki, Ziki-Paki, Ziki-Pu!”.Meglio un bimbo mezzo indiano
che passar la vita invano
senza eredi su per giù.
E, se la moda di lassù,
la nazione a popolar non pensa più
si può sempre ricordar
la canzone che sul far
“Ziki-Paki, Ziki-Paki, Ziki-Pu”!
La canzone è stata anche riesumata da qualche politico di centro destra qualche tempo fa per giustificare le “gesta del capo”. D’altronde, come scrive un blog “di parte” come La Nuova Sinistra a proposito di Berlusconi, ricordato fra l’altro in patria e all’estero per aver dato dell”abbronzato” ad Obama abbiamo a che fare con un italiano settantaquattrenne. “Un politico – scrive il blog – che si è presentato come un uomo ‘nuovo’ ma che invece è nato al tempo del fascismo. A quei tempi e nel primo dopoguerra ancora, epoca della sua giovinezza, si cantavano canzoncine come ‘Ziki paki ziki pu’ di Mascheroni e Mendes”.
Leggendo il testo, spiega ancora il blog La Nuova Sinistra, si capisce che il brano “è piena di luoghi comuni, di un maschilismo ributtante: il fascinoso italiano irresistibile, in crisi di astinenza, si sollazza con l’ ‘abbronzata’ finché è bella e piacente. Poi se ne disinteressa, ma, minacciato dal padre di lei, che parla all’infinito come tutte le ‘razze inferiori’ neanche capaci ad apprender la lingua, si prende il figlioletto nato dall’unione. E, dato che non è mica cattivo, il nostro italiano, se lo riporta a casa, nel paese del sole e dei mandolini, e lo adotta”.
“Già, sarà un italiano in più – conlcude il blog -. Che male c’è? Nulla: solo si percepisce già che sarà un cittadino di serie b, trattato con sufficienza e con quello strisciante razzismo non detto che forse è più pesante e molesto di una chiara presa di posizione”.
Oltre al testo, ecco una delle prime versioni di Ziki-Paki o Ziki-Pu”:
[jwplayer player=”1″ mediaid=”789199″]
Alcuni rifacimenti di qualche anno fa
E una versione che si trova su YouTube: