Gli italiani primi cacciatori di sesso proibito nell’Europa dell’est

Pubblicato il 19 Febbraio 2009 - 12:13| Aggiornato il 5 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

Nove milioni di bambine, un milione di ragazzini. Un giro d’affari da 250 miliardi. Ottantamila viaggiatori — giovani, colti, reddito medio — che ogni anno lasciano l’Italia (salda in testa alle classifiche dei predatori) a caccia di sesso proibito.

Cifre così enormi da sembrare inventate. Invece sono i dati del nuovo rapporto che oggi Ecpat Italia presenterà alla Bit, la Borsa internazionale del turismo di Milano.

L’occasione: lanciare una campagna e dare il via, con Astoi (Associazione tour operator italiani), al progetto internazionale Offenders Beware! «Perché a un anno di distanza, qualcosa è cambiato: i cacciatori si sono fatti furbi. E colpiscono sempre più vicino, anche in Europa».

Marco Scarpati, avvocato e docente universitario, si dedica da anni alla difesa dei diritti dei bambini. È il presidente di Ecpat Italia (www. ecpat.it), sezione nazionale di una rete diffusa in 70 Paesi. Scarpati era a Rio, in novembre, per il III Congresso mondiale sullo sfruttamento sessuale dei minori. «E lì si è visto come da parte di alcuni Stati ci sia più attenzione al fenomeno».