ROMA – Conferme che il Governo italiano abbia pagato una somma di 12 milioni di riscatto per liberare Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due volontarie italiane rapite in Siria, restano indirette ma sufficientemente credibili (fonti del fronte Al Nusra, cui corrisponde l’indignazione dei rivali dello Stato Islamico, la certezza del quotidiano inglese The Guardian) per sollevare la questione, delicata ma non aggirabile, dell’utilità di pagare riscatti che inevitabilmente rafforzano e finanziano i gruppi islamisti radicali della regione.
Un rovello etico dove l’opzione umanitaria (liberazione a qualsiasi prezzo) confligge con il raziocinio di chi combatte una guerra sia pur asimmetrica e a distanza (ma non troppo visti i noti fatti di Parigi). La reazione feroce della Lega Nord (“Uno schifo il riscatto”, Matteo Salvini) si accompagna con i calcoli fatti dal Tesoro americano e pubblicati dal New York Times secondo cui i rapimenti e i relativi riscatti rappresentano la voce più consistente del finanziamento di Al Qaeda (165 milioni di dollari dal 2008).
L’altra campana, e cioè l’impegno a liberare i nostri connazionali all’estero senza farsi intrappolare da scrupoli e polemiche “meschine”, la rappresenta al meglio Domenico Quirico (guarda qui il video), l’inviato della Stampa anche lui rapito e liberato in Siria che invita a prendere esempio dall’entusiasmo giovanile delle due ragazze che le ha portate “ad attraversare una frontiera ed entrare in quell’orribile storia di privazione e separazione”, una storia che riassume il senso straordinario del loro impegno, “aiutare gli altri in un luogo pericoloso”.
I lettori del Messaggero di Roma hanno risposto al sondaggio della loro testata in linea con quelli di Blitz-
Blitz quotidiano vi chiede: 12 milioni di riscatto pagati ai terroristi per liberare Greta e Vanessa, è giusto o sbagliato?
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