Ginnastica ritmica. “Eccesso di affetto verso le sue ginnaste. Nessuna vessazione”. Emanuela Maccarani, 57 anni, milanese, dal 1996 allenatrice delle mitiche “Farfalle “, accusata di maltrattamenti, è stata assolta dal Tribunale federale.
Solo una ammonizione, pena minima. Calvario finito. Spazzate via le accuse delle due ex Azzurre (Nina Corradini e Anna Basta) che 11 mesi fa avevano denunciato la loro allenatrice di usare metodi vessatori durate gli allenamenti conditi con “espressioni inadeguate”. Il collegio giudicante ha chiuso la vertenza riabilitando la ct e assolvendo la sua vice OlgaTsihina. Entro dieci giorni saranno depositate le motivazioni. È il caso di ricordare che il Trbunale ha accolto in pieno la posizione della Procura assai dura con le ginnaste “ribelli”.
UNA FERITA DIFFICILE DA RIMARGINARE
L’ex direttrice tecnica, subito dopo la lettura della sentenza, ha detto (comprensibilmente): ”Questa ferita mi rimarrà per tutta la vita . Sino stati 11 mesi molto difficili per quello che riguarda la mia persona e la mia figura professionale. La mia coscienza è tranquilla, al punto che mi ha permesso di lavorare in questi mesi. Avete sentito le motivazioni e le deposizioni fatte dagli avvocati e di conseguenza i fatti si sono esposti con chiarezza”.
Michele Rossetti, procuratore federale della Federazione ha dichiarato pubblicamente che “ la Maccarani ha un’unica colpa, quella di eccesso di affetto nei confronti della Basta. Cercando di recuperarla e renderla performante per farle raggiungere l’obiettivo; ciò ha determinato invece in lei del disagio”.
GINNASTICA, LA DEMAGOGIA DEL MINISTRO DELLO SPORT
Andrea Abodi, il Ministro dello Sport, si è invece dichiarato abbastanza perplesso:” Nel rispetto dovuto di ogni sentenza, non posso non rilevare una mia perplessità su alcuni passaggi del dispositivo nel quale si giustifica quanto accaduto e denunciato, per quanto ritenuto non provato, collegando eventuali abusi con il troppo amore nei confronti delle ragazze. Non c’è amore che possa spiegare e giustificare un abuso, anche verbale, nella vita come nello sport”.