A Roma e Milano gli arbitri “aiutano” il risultato. Quando il rigore è un’opinione

L'arbitro Rosetti

Stadio Olimpico di Roma, domenica pomeriggio: il portiere della Lazio in uscita dai pali centra con un pugno il naso del sampdoriano Pazzini. È rigore, secondo ogni regola ed evidenza. Ma l’arbitro Orsato non vede e/o non fischia. Come non vede e non fischia un altro netto rigore a favore della Sampdoria. Dopo la partita Garrone, presidente della Sampdoria dirà: «Diamo fastidio lassù in alto in classifica».

Stadio Meazza di Milano, domenica sera: il difensore del Milan Thiago Silva tira giù con un braccio in area il romanista Menez. È rigore, secondo ogni evidenza e regola. Ma l’arbitro Rosetti non vede e/o non fischia. Fischia invece un discutibile fallo da rigore del romanista Burdisso ai danni del milanista Nesta. Dopo la partita i giocatori della Roma diranno: «Lo sapevamo che finiva così…». L’allenatore Ranieri dirà: «È una vergogna, tutto…».

Al netto delle indignazioni tifose, il tasso di errore degli arbitri è altissimo e manifesto. Succede da sempre, non c’è sorpresa o scandalo. Ma succede sempre e questo stupisce e inquieta.

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