Al via sabato notte (ora italiana) gli Australian Open, il primo Slam dell’anno. Sorteggi completati, tabelloni (uomini e donne) interessanti; prima di tutto una bella notizia: Jannik Sinner ha avuto un sorteggio in discesa. Quindi niente incroci con i big: il n. 1 del mondo potrà incontrare Alcaraz e Djokovic solo in finale (26 gennaio, ore 9:30 italiane). Occhio però al baby Fonseca, 13 vittorie nelle ultime 13 partite disputate.
Il fenomeno brasiliano, 18 anni, vincitore del torneo NextGen ATP, è da molti paragonato a Sinner. La scorsa settimana ha demolito l’argentino Tirante per 6-4, 6-1. Attualmente Fonseca è il n. 145 ATP, ma non è il solo under 20 a partecipare agli Australian Open. Ci sono altri due: lo spagnolo Landaluce e lo statunitense Learner Tien. Non accadeva dal 2015 di avere tre giocatori sotto i 20 anni a Melbourne.
Gli altri azzurri a Melbourne
La spedizione azzurra comprende altri 8 giocatori: Flavio Cobolli, Matteo Berrettini, Matteo Arnaldi (che al primo turno affronterà Musetti), Luciano Darderi, Lorenzo Sonego, Fabio Fognini e Luca Nardi. Occhi puntati soprattutto su Lorenzo Musetti, 22 anni, carrarese, n. 16 del ranking ATP. Lorenzo comincerà con il derby al primo turno contro Matteo Arnaldi, n. 38 ATP. Non è sorpreso dell’abbinamento.
Dice: “Ormai ci sono talmente tanti italiani sul circuito e negli Slam che comincia a essere difficile stargli alla larga. Da un lato è positivo perché vuol dire che il circuito è colorato di azzurro, dall’altro è pur sempre uno scontro fratricida. Dunque è un match più difficile perché affronterò un compagno, un amico. Ma ci siamo abituati, in fin dei conti questo è uno sport individuale, solitario, che ci porta spesso a pensare a noi stessi. Quando andiamo in campo siamo rivali. Poi, amici come prima”.
Jasmine Paolini guida le azzurre
Nel tabellone donne anche Jasmine Paolini, 29 anni, ha un avvio morbido. Tutt’altra musica per Lucia Bronzetti, che esordirà contro Azarenka. Elisabetta Cocciaretto affronterà partite ad alta intensità. Ma dice la capitana azzurra Tathiana Garbin: “Elisabetta, quando c’è da lottare, non si tira mai indietro”.
Guerra Usa alla Wada
L’Agenzia Mondiale Antidoping è finita nel mirino degli Stati Uniti. Lo stato americano ha deciso di bloccare il pagamento della quota annuale da 3,6 milioni. Gli USA e la Wada sono ai ferri corti ormai da un po’ di anni, per la precisione da quando nel 2021 la Wada ha concesso a 23 nuotatori cinesi di prendere parte alle Olimpiadi di Tokyo nonostante solamente 6 mesi prima gli stessi atleti fossero risultati positivi a una sostanza dopante.
In quella occasione la Wada ha assolto i nuotatori cinesi per “contaminazione accidentale”. E qui suona un campanello che ci porta a pensare subito a Jannik Sinner, assolto dalla ITIA (Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis, sede a Londra) per la stessa ragione, ma che ha portato a ricorso proprio la Wada; decisione continuamente contestata dall’agenzia antidoping statunitense. La geopolitica sportiva ha un nuovo fronte: non solo Trump-Nato, ora c’è il fronte USA-Wada. Il governo degli Stati Uniti è deciso ad andare fino in fondo alla questione.