In realtà, dallo ‘spalma-debiti’ al decreto salva-calcio del 2006 che ha consentito di diluire su più anni le perdite causate dalla svalutazione del parco giocatori, non sono mancate le occasioni in cui il ‘pallone’ italiano non si è sgonfiato proprio grazie alla clemenza del Fisco.
La Lazio di Claudio Lotito, esempio lampante, nel 2005 ha beneficiato di una dilazione ventennale di debiti tributari e sanzioni per 140 milioni (si tratta della cifra non pagata dalla precedente proprietà).
Ma negli ultimi giorni la guerra tra i club di Serie A e l’amministrazione finanziaria è andato intensificandosi.
Le questioni calde sono diverse, come testimoniano gli avvisi di accertamento dall’Agenzia e i verbali delle Fiamme gialle di cui si trova traccia nei bilanci.
Alcuni mesi fa, è stato anche istituito un tavolo di trattativa tra la Lega calcio e la Direzione centrale accertamento delle Entrate – tavolo tuttora aperto – per individuare delle soluzioni che siano condivise da entrambe le parti.
Il Sole 24 Ore spiega anche come Agenzia e Figc ad aprile hanno poi rinnovato – fino al 30 aprile 2012 – la collaborazione per i controlli finanziari relativi al pagamento di Ires, Irap, Iva e Irpef per il 2008 e 2009.
Le Entrate si impegnavano, inoltre, a comunicare alla Figc, entro il 31 maggio scorso, i risultati delle verifiche già eseguite sul periodo 2005-2008 e riscontri sul regolare versamento delle cartelle notificate fino alla data del 30 aprile 2011.
Nonostante i protocolli d’intesa e le note ufficiali si percepisce una situazione di crescente tensione.
Ma cosa contesta il Fisco ai team? Si va dalle omesse ritenute sui redditi di lavoro dipendente alle mancate fatture Iva, dall’indebita deduzione di componenti negativi ai fini Irap a false detrazioni Iva.
Ma i filoni principali dei rilievi dell’amministrazione finanziaria sono due: il primo riguarda l’annosa vicenda della tassazione ai fini Irap delle plusvalenze da calciomercato; la seconda più recente è collegata alla qualificazione da parte dei club come fringe benefit dei compensi corrisposti ai procuratori sportivi, nell’ambito di operazioni di trasferimento o di rinnovi contrattuali.